Misteriose iscrizioni sulla Sindone
Decifrata la firma del funzionario addetto alla sepoltura di Gesù. Questa l’ipotesi descritta ne La sindone di Gesù Nazareno, il nuovo libro della Frale, funzionario dell’Archivio Segreto Vaticano, che riporta in auge il sacro lino, il sudario nel quale sarebbe stato avvolto il corpo di Gesù e sul quale sarebbe rimasta impressa l’immagine terrena prima della sua resurrezione. Ma come qualsiasi ipotesi avanzata sulla Sindone, le affermazioni della studiosa hanno subito scatenato polemiche.
di Michela Ascione
E’ la reliquia per eccellenza. Non solo importante perché recherebbe impresse le fattezze di Gesù, ma perché testimonierebbe il momento della resurrezione cardine della credenza cristiana. Ma come qualsiasi reperto suscita domande, perplessità. E’ stata fotografata, sottoposta a varie analisi, tra cui la tanto discussa analisi al radiocarbonio 14, esame che permette di datare i reperti. Sono stati condotti esami sulle tracce di sangue presente sul lenzuolo, esami del polline, è stato analizzato il tessuto, sono state fatte comparazioni e indagini storiche per verificare usi e costumi dell’epoca in cui sarebbe stata generata. Ogni esame ha prodotto risultati e ogni risultato è stato poi ribaltato e criticato dalle due fazioni opposte.
Si, è il sudario nel quale è stato avvolto Cristo prima della resurrezione. No, è un abile falso medioevale, fatto circolare ad arte per diffondere il credo cristiano.
C’è una sola certezza. E’ la reliquia più famosa e ambita al mondo. Ed è a Torino. Dal 2010 sarà nuovamente esposta al pubblico.
Sono stati scritti fiumi di trattati, tutti elaborati da importanti studiosi.
L’ultimo testo è stato scritto da un’archivista d’eccezione. Funzionario di uno degli archivi più enigmatici e preziosi al mondo, quello Vaticano. Barbara Frale sostiene di aver decifrato quelle strane scritte che sono visibili sulle immagini fotografate della Sindone. Sarebbero parte della trascrizione fatta dal funzionario addetto alle sepolture dei condannati a morte nella Gerusalemme del I secolo d.C. Il testo sarebbe stato scritto in tre idiomi: greco, latino ed ebraico e descriverebbe la sepoltura di Yeshua ben Yosef Nazarani, cioè Gesù di Nazareth.
E partono le polemiche. Gli studiosi si confrontano. Luciano Canfora, docente di Filologia greca e latina, critica la possibilità che un tale testo potesse essere scritto in tre lingue, mentre Franco Cardini, medioevalista, giudica esattamente nel modo opposto la questione, ammettendo la possibilità del plurilinguismo in documenti ufficiali.
Resta la domanda come si siano impresse tali scritte e se fosse stato possibile falsificarle nel medioevo. Certo gli studi della Frale fanno litigare gli studiosi e affascinano il pubblico. Lanciando nuovi dati su cui basare le conclusioni delle opposte fazioni.
In un suo precedente libro la Frale aveva supposto che la Sindone fosse giunta in Europa grazie all’ordine dei Templari che ne avrebbero segretamente custodito il segreto, asserendo che quel Bafometto, da loro venerato e per il quale sarebbero stati perseguitati, non sarebbe altro che l’uomo barbuto della Sindone.
Vogliate crederci o no, una cosa è certa: la Sindone fa e farà parlare ancora di sé, e se fosse un falso, sarebbe comunque un’opera d’arte e di scienza, al momento, irripetibile.
Fonte – Gialli.it, 29 novembre 2009
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