Lo scanner che ‘guarda’ in ogni cervello: “Così sì potrà leggere nel pensiero”

di Adele Sarno

Per la prima volta un gruppo di studiosi londinesi ha usato degli scanner per imaging a risonanza magnetica per ‘leggere nel pensiero’. Ciò è stato possibile perchè nello studio sono state individuate tracce di memoria ‘fissa’ visibili e misurabili nel cervello.

Presto bisognerà fare attenzione a ciò che ci passa per la mente, perché con l’aiuto di uno scanner sarà possibile leggere i pensieri. Questi infatti possono lasciare tracce visibili e misurabili nel cervello. L’esperimento è riuscito a un’equipe di ricercatori dell’Università di Londra che ha registrato l’attività cerebrale legata a differenti tipi di ricordi. Con un apparecchio per le risonanze magnetiche funzionali per immagini (fMRI) , che normalmente si usa per monitorare l’attività di vari organi, gli studiosi hanno analizzato i processi mentali che avvengono nella zona lombo temporale del cervello e hanno rilevato che i ricordi lasciano una sorta di segno indelebile, che può essere decifrato.

In altre parole sono riusciti a individuare l’impronta di un ricordo che stimola il pensiero. Il lavoro si basa su le cosiddette “tracce di memoria”, la cui esistenza è accettata da quasi un secolo ma i cui meccanismi, natura e localizzazione rimangono ancora in gran parte un mistero. Questo studio, pubblicato su Current Biology, prova a capirne i meccanismi sfruttando la “memoria episodica”.

Nell’esperimento gli studiosi hanno sottoposto sei donne e quattro uomini, di un’età media di 21 anni, alla proiezione di tre clip di differenti film, ognuna della durata di sette secondi. Tutti i filmati erano simili e mostravano diverse persone impegnate in normali attività quotidiano: imbucare una lettera, bere un caffè, camminare. Dopo la visione i partecipanti hanno descritto, su richiesta, ciò che ricordavano delle scene appena viste. In quel momento è entrata in azione lo ‘scanner’ che ha monitorato le tracce di memoria lasciate nei cervelli.

Nella seconda parte del test i volontari dovevano ricordare casualmente le clip mentre erano sottoposti alla risonanza. Nella metà dei casi il computer riusciva a predire ciò che avrebbero detto. Questo accade, spiegano i ricercatori, perché le tracce della memoria associate ad ogni clip sono rimaste invariate per tutta la durata dell’esperimento, suggerendo che queste erano “fisse”. E così la macchina per la risonanza magnetica funzionale, registrando le ‘tracce di memoria’ ha dimostrato di essere in grado di leggere nel pensiero.

Ma, aggiungono i ricercatori, le tracce dei ricordi per ciascuna delle tre proiezioni erano simili in tutti i partecipanti. “Sebbene gli schemi cerebrali fossero in generale diversi per ciascun individuo, esiste una notevole similarità nelle zone dell’ippocampo attivate dal ricordo”, scrivono nello studio Sempre lo stesso team di di neuroscienziati dell’University College London aveva già dimostrato di essere in grado di ‘vedere’ i pensieri di una persona posta in una situazione di realtà virtuale. “La ricerca è un passo in avanti, ma è ancora una tecnica in fase embrionale e va sviluppata in futuro”.

Fonte – Kataweb, Marzo 13, 2010

Leave a Comment