Addio Stefano, ci mancherai!

Stefano Breccia assieme alla ricercatrice italo-americana Paola Harris

Uomo eclettico, poliedrico, con un aplomb sconcertante questo e molto di più era Stefano Breccia che lo scorso 2 marzo ci ha lasciati dopo una lunga malattia.

Lo conoscemmo molti anni fa, più di quindici, durante convegni in cui le sue relazioni destavano sempre sconcerto e ampi dibattiti sia nel pubblico che tra gli studiosi di queste tematiche. Stefano contestava le verità da tavolino e preconfezionate e molto spesso, anzi quasi sempre, riindagava e ristudiava ogni cosa destasse la sua attenzione. Era proprio durante le sue conferenze che emergeva la sua mente analitica e la sua voglia indagatrice. Ai primordi noi per primi non capivamo le sue posizioni antitetiche, spesso contrapposte a quelle comuni, verso un determinato caso ufologico (mi ricorderò sempre una nostra discussione sul caso Mantle) come anche verso alcuni enigmi storici.

Con il tempo imparai invece che le sue non erano contestazioni ma verifiche, analisi, sviscerazioni. Stefano non lasciava niente al caso e quasi sempre aveva ragione. Ciò che voleva più di tutto era far ragionare la gente, porla davanti ai fatti e stimolare la loro logica perchè non si adeguassero a ciò che altri avevano detto ma perchè ognuno di noi potesse raggiungere il proprio traguardo.

Uomo tecnico e scientifico aveva sempre posseduto un profondo rispetto per la spiritualità divenendone egli stesso un grande studioso e praticando discipline come lo Yoga e la meditazione.

Stefano, inoltre, era un uomo a cui non piacevano le etichette e mai ne ebbe, sia a livello associazionistico (gravitò e frequentò vari gruppi ufologici italiani senza mai legarvisi veramente) che nelle sue ricerche.

Il libro Contattismi di Massa

Il suo maggior successo pubblico è stato però nel 2007 un libro-verità in cui fece emergere una storia incredibile, un sodalizio originatosi nel lontano 1956 e durato fino a tutti gli anni ’70. La genesi del libro Contattismi di Massa  è poco nota ai più ma avemmo la fortuna di conoscerla e viverla direttamente fin dai suoi albori con lui.

In realtà il testo originario era un manoscritto del solo Bruno Sammaciccia intitolato “La Storia di Amicizia” a cui Stefano aveva aggiunto inizialmente alcuni commenti e una ampia introduzione. Il testo era nato dalla volontà stessa di Sammaciccia che, sul finire della sua vita, aveva espresso il desiderio di testimoniare al mondo quell’incredibile storia che lo aveva visto protagonista assieme a molte altre persone. Il libro presentava un punto di vista importante, ma non unico, e Stefano sentì il bisogno di ampliarne i contenuti e la portata inserendo la propria esperienza e gli studi di una vita su queste tematiche.

Nacque così un testo molto più ampio che vide le stampe con la firma del solo Stefano ma al cui interno era ancora presente la traccia originaria dettata da Sammaciccia. Purtroppo, in Italia, questo testo è passato sotto il totale silenzio della ricerca di settore mentre all’estero si è trasformato in uno dei più importanti libri sulle tematiche del Contatto mai scritti. Rimane ancora oscuro il coinvolgimento di Stefano all’interno di Amicizia, sicuramente sapeva molto di più di quanto poté dire e scrisse!

Il ruolo che hai giocato nella comprensione della nostra natura Stefano non lo potremmo mai dimenticare, la Consapevolezza che hai instillato in ognuno di noi rimarrà una traccia indelebile nel cammino verso la Conoscienza.

Ci mancherai Stefano, forse ora da lassù avrai trovato risposta alle tante domande che ti hanno guidato nella tua vita. Non ti dimenticheremo e il tuo esempio rimarrà sempre nei nostri cuori.

Addio Stefano!!!

 

Mass Contacts, edizione americana di Contattismi di Massa (Nexus, 2007)

 

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