Viaggio nella capitale dell’esoterismo “Sono qui i tesori perduti: troveremo anche l’Arca”
A Rennes-le-Château l’annuncio scatena gli esoteristi di tutto il mondo
ALBERTO MATTIOLI
RENNES-LE-CHÂTEAU – Al bar-ristorante «Le jardin de Marie» la birretta ristoratrice viene interrotta da un’americana pazza che, ricoperta di collane e amuleti, chiede a tutti dov’è la tomba di Cristo e di Maria Maddalena. Cosa si può risponderle, di domandare a Giuseppe d’Arimatea?
Cose che capitano a Rennes-le-Château, dipartimento dell’Aude, guardando una carta della Francia, in basso a destra.
Rennes-le-Château: 23 abitanti nel villaggio, 65 nel comune, 120 mila turisti ogni anno, aumentati dopo il boom del Codice da Vinci e dei suoi derivati. Perché il piccolo paese è una delle grandi capitali dell’esoterismo. Al supermarket del mistero non manca nulla: Templari, Catari, priori di Sion, il Graal e naturalmente i tesori nascosti, non si sa se spirituali o più concreti. Per cercarli, arrivano qui gli svitati di tutto il mondo, ma anche pochi studiosi seri e molti curiosi. E sembra di vivere dentro un programma di Roberto Giacobbo.
L’ultima «scoperta», per la verità, è stata fatta nel vicino comune di Sougraigne. Sempre alla ricerca del famoso tesoro, tre ricercatori sostengono di averlo localizzato alla sommità del «pech» (l’uso dell’occitano fa più occulto) d’En-Couty, dove una cavità rocciosa nasconde il bottino del sacco di Roma di Alarico che i Visigoti seppellirono qui. Ci sarebbero, ovviamente, anche la menorah del Tempio e l’Arca dell’Alleanza, a loro volta razziate dai Romani a Gerusalemme. Però due degli Indiana Jones locali ci hanno scritto un libro escludendo il terzo, che si è vendicato spifferando tutto su Internet, mappa del tesoro compresa. Risultato: adesso la Gendarmeria deve presidiare la montagna.
A Rennes ci sono abituati. Dal ‘65, un’ordinanza comunale vieta qualsiasi scavo nel territorio comunale: «Sa, usavano la dinamite, poteva essere pericoloso», spiega nel suo curioso francese regionale (visigoto anche lui?) il sindaco, Alexandre Painco, che due anni fa ha dovuto chiudere il cimitero perché un tizio si era messo a picconare le tombe e i parenti dei «de cuius» non avevano gradito.
Tutto comincia nel 1885, quando arriva qui un nuovo parroco, l’abbé Bérenger Saunière. La chiesetta ha il tetto in rovina e il presbiterio è inabitabile. Eppure, in pochi anni Saunière rifà la chiesa, si costruisce villa, torre panoramica, serra, libreria e giardino, si fa dipingere la carta da parati da Mucha e dà feste. Insomma, spende e spande. E subito si sospetta che abbia trovato un tesoro. Quale? Le ipotesi divergono: dei Visigoti, dei Catari, della regina Bianca di Castiglia, dei Templari. A meno che non si tratti dei manoscritti di Maria Maddalena, con i quali l’intraprendente abbé ricatta il Vaticano… Comunque quando Saunière muore, nel 1917, è sospeso «a divinis» per certi traffici di messe vendute e per l’amore non proprio cristiano per la sua perpetua ed erede. Ma Rennes è già la capitale del mistero.
Nel dopoguerra, spettacolare rilancio. Nel ‘67, L’or de Rennes di Gérard de Sède diventa un bestseller. Da allora, sull’argomento di libri ne sono usciti circa 500. Alcuni li ha scritti Henry Lincoln, inglese, 81 anni, la metà dei quali passati qui. È suo anche The Holy Blood and The Holy Graal , pubblicato in Italia come Il Santo Graal , su cui si è basato Dan Brown. «I due colleghi che hanno scritto il libro con me – racconta dopo aver rifatto in mezz’ora la storia del Cristianesimo a uso del visitatore, un numero evidentemente collaudatissimo gli hanno anche fatto causa. Io no, perché penso che un conto sia la ricerca, un altro la fiction. Infatti l’hanno persa».
Ma, priorato di Sion a parte, cosa pensa di questa mania collettiva? «Che sono tutti pazzi. E che la gente crede perché vuole credere. Ieri due signore olandesi mi hanno chiesto dov’era la grotta di Maria Maddalena. Ho provato a spiegare che qui si è sempre chiamata “grotte du Fournet”, loro non ci credevano».
E dire che Rennes-le-Château, benché isolatissima (per arrivarci da Parigi ci vogliono un aereo, due treni, un taxi e molta pazienza), vale il viaggio. Il panorama spazia per chilometri sui primi contrafforti dei Pirenei, compreso il vicino «pech» di Bugarach che, come abbiamo già raccontato (una follia per volta), sarà l’unico posto a sopravvivere alla fine del mondo. Invece no: la gente vuole il mistero.
Gli indigeni si adeguano e ci marciano: il villaggio dispone di due librerie accomunate da un forte odore d’incenso e dalla scelta dei libri, anche in italiano, con titoli tipo La colonia perduta dei Templari. La missione segreta di Giovanni da Verrazzano in America o L’enigma di Rennes-le-Chateau. I Rosacroce e il tesoro perduto del Graal . Il ristorante propone «un plaeau Templiers» ed enigmatour.com delle visite a tema. Il sindaco è preoccupato: «Non voglio che Rennes perda la sua anima. E vedo anche il rovescio della medaglia. Chi pensa ai parcheggi, per esempio?». Ma ammette di non aver mai letto Il Codice Da Vinci e nemmeno di aver visto il film, dove pure è dedicata a Rennes una criptica citazione. A proposito: secondo Forbes , il suo illeggibile romanzo ha fruttato a Dan Brown 75 milioni di euro. Forse il tesoro di Rennes-leChâteau esiste davvero. Però è già stato trovato.
Fonte – La Stampa, 1 Agosto 2011
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