Spagna: un’altra Caronia?

Parlare di un fatto che è un mistero, non è fare un’affermazione presunta o meno che sia, perchè il mistero non è quello, ma molto di più. Il mistero non ha risposte, se le tenesse non sarebbe più tale. Gli aventi che accaddero alla popolazione di Laroya, Almeira, Spagna, sono un mistero puro. Nel tentativo di dare una spiegazione degli incendi di origine inspiegabile, si sono accavallate più domande che risposte. Eccovi la storia.

Nell’estate del 1945, gli abitanti di Laroya (vedi immagine in apertura articolo) dovettero fare i conti con incendi di origine inspiegabile.

I quotidiani locali riportano, nel 1945, che: “in un mese di produssero circa 300 incendi spontanei a Laroya” (…) “la pioggia di fuoco tiene terrorizzata la gente di Laroya,” (…) “la pioggia di fuoco continua ad imperversare“.

Laroya è un piccolo borgo, di un centinaio di abitanti, ubicato nella Sierra de Filambres, a circa 800 metri sopra il livello del mare. La sua posizione tra le montagne le valse il nome di “Laroya”, che in arabo vuol dire “Hoya” (Valle) o “Cazuela”. Durante l’epoca musulmana, Laroya fu un riferimento nazionale per le sue cave di marmo. Nel 1950, i Re Cattolici concessero il privilegio di essere città e di essere annessa, assieme ad altre città vicine, alla città di Baza.

Durante l’estate del 1945, Laroya risaltò sui media di comunicazione per gli incendi, apparentemente, inspiegabili che terrorizzarono la popolazione. Prima bruciarono alcune piantagioni, dopo gli effetti personali dei contadini e, infine, il fuoco si innescò con le persone. Nella popolazione si crearono, spontaneamente, circa 300 incendi.

Tutto ebbe inizio il 16 giugno 1945. Alle ore otto di sera, diversi mucchi di grano cominciarono a bruciare improvvisamente e senza nessun motivo apparente nel casale Franco. Alla stessa ora, nella fattoria Pitango le fiamme avvolsero il corpo della piccola María Martínez Martínez. Il tempestivo intervento di alcuni operai salvò la vita alla bambina. Ma il fuoco “non fu soddisfatto” e a mezzanotte accese le lenzuola del letto, dove stava cercando di riposare la vittima. Ancora una volta, la presenza di testimoni salvò la vita della piccola. Gli abitanti del paese, spaventati, iniziarono una ricerca infruttuosa per scoprire i responsabili degli incendi. Immediatamente, informarono dell’incidente la Guardia Civile. Vari agenti andarono nelle strutture colpite di Franco e Pitango. E fu cosi che, ai loro occhi si ripetette il fenomeno.


La piccola María Martínez Martínez che fu vittima del Fuoco

Gli agenti della Guardia Civile non poterono far nulla per evitare il macabro tour capriccioso del fuoco. Nei giorni successivi, centinaia di incendi si produssero in tutte le fattorie della località. In pochi secondi, il fuoco ridusse a cenere animali, abiti e coltivazioni. La bambina María Martínez Martínez (vedi immagine sopra dell’epoca che mostra la bambina) fu battezzata “la bambina del fuoco” che si innescò tre volte con la sua presenza.

Esperti, provenienti da ogni parte della Spagna, invasero il piccolo paese, al fine di svelare il mistero del fuoco. Tra questi erano presenti José Rodríguez Navarro, dell’Istituto Sismologico di Almeira, il dottor López Azcona, dipendente del Centro Geofisico del Consiglio Superiore delle Ricerche Scientifiche, e Román Samaniegos, meteorologo di fama. Successivamente, il Governo di Spagna inviò una commissione per studiare il fenomeno e cercare di placare gli animi degli indignati e spaventati abitanti. Facevano parte, di questa commissione, una ventina di membri dell’Istituto Catastale e dell’Istituto Sismologico di Almeira, guidati da José Cubillo Fluiters, capo del Servizio di Magnetismo e Elettricità Terrestre dell’Istituto Geografico e Catastale. Fluiters si trasferì a Laroya con un arsenale di strumenti scientifici, deciso a dimostrare che gli incendi erano dovuti a cause strettamente naturali. Laroya lo salutò con un peculiare gesto di benvenuto: in una delle fattorie del paese, il capo della comissione potè osservare, con i propri occhi, come vari mucchi di grano cominciarono ad ardere, senza nessun motivo. L’esperto, giunto da soli due giorni a Laroya, incominciò a perdere la pazienza quando capitò un episodio. Secondo gli abitanti del paese, lo scienziato stava incominciando a fare delle misurazioni in altre fattorie della località, quando i suoi strumenti arsero sotto il suo naso. Quando José Cubillo Fluiters e i suoi compagni abbandonarono Laroya, i suoi abitanti furono ancora più scioccati e spaventati che quando arrivarono.

Il rapporto ufficiale, datato 30 giugno 1945, è diretto e dice: “gli eventi potrebbero essere stati causati da attività vulcanica o da sconvolgimenti geologici, che hanno dato luogo al rilascio di materiale infiammabile nei gas. L’origine degli incendi non è riconducibile a manifestazioni interne nella superficie del terreno. Nè può essere attribuita a fenomeni elettrici, nè a ionizzazione dell’atmosfera, nemmeno ad effetti termici dovuti alla radiazione solare. In sintesi, non si ha una causa precisa alla quale possono essere attribuiti tutti gli eventi accaduti e scartare, sin da subito, i sospetti che siano stati provocati dalla mano dell’uomo“.

Anche se gli incendi di Laroya non hanno ucciso nessun essere umano in modo diretto, hanno cercato di farlo in maniera indiretta. María Martínez, la “bambina del fuoco” non fu capace di dimenticare quando il terribile fuoco prese ad ardere i suoi vestiti. L’incendio sconvolse la sua mente, e Maria ingerì soda caustica, fino alla sua morte. Non fu l’unica disgrazia della famiglia Martínez, custodi della fattoria Pitango. La sorella maggiore di María si gettò da un dirupo e un altro fratello si impiccò all’interno della casa.

Forse, quello che accadde a Laroya, fu un caso di un fenomeno noto come combustione spontanea. Questa colpisce oggetti, animali o persone incluse, senza alcuna fonte di accensione esterna facilmente identificabile. La combustione è molto rapida e localizzata e può ridurre un corpo in cenere nel giro di pochi minuti, senza incidere al resto dell’ambiente. Nel 1841, il diario londinese “British Medical Journal” informò per la prima volta di “strani incendi interni” che colpiscono le persone. La strana morte di Cornelia Bandi, nell’aprile del 1731 è uno dei primi casi documentati della cosiddetta “Combustione Umana Spontanea“, anche se si ritiene che il primo caso che coinvolse un essere umano risalirebbe al 1673.

Esistono altri esempi similari a Laroya accaduti in Spagna. Il caso più vecchio è datato 1903, e colpì un luogo molto particolare: una scuola di Argamasilla de Alba, a Ciudad Real. Nel 1976, due paesi della Galizia, Nogallans e Outeiro, situati nel comune di Trazo, si trovarono di fronte alla stesso nemico. Gli incendi attaccarono i pascoli in una sola settimana, po scomparvero. Non fu mai trovato il colpevole di ciò. Nel 1996, fu il turno della località corunense di Sillobre. Il panico dei vicini diventò così grande che il Ministero dell’Ambiente del governo galiziano dovette intervenire. Più recentemente, nel marzo del 2004, gli allarmi scattarono a Canneto di Caronia, un piccolo paese costiero dell’Italia. In una ventina di case della località arsero, senza spiegazione, oggetti di vario genere. Per quanto, inizialmente, si credette che gli incendi erano addebitabili ad un’avaria nella fornitura di energia elettrica, la sostituzione di un generatore non risolse il mistero. Come riportato dalla Sociedad Española de Investigaciones Parapsicológicas (SEIP), fu necessario dichiarato lo stato di emergenza e far evacuare gli abitanti, per un periodo di tempo temporaneo.

Quello che accadde a Laroya, nell’estate del 1945, rimane un mistero. Attualmente, Laroya è un paese tranquillo, con bei paesaggi e pascoli verdeggianti. Un centinaio di abitanti in questo paesino andaluso, con una economia basata sull’agricoltura e l’allevamento. Una chiesa di arte Mudéjar (ndr CUI, stile cristiano che incorpora elementi di ispirazione araba), del XVII° secolo, saluta il cielo e testimonia l’importanza storica del paese. Uno degli aneddoti, che gli abitanti di Laroya raccontano con orgoglio, riguarda una presunta visita del celebre scrittore Miguel de Cervantes, avvenuta nel 1594. Pare che l’autore de “L’ingegnoso nobile Don Chisciotte della Mancia” visitò, anche, le città di Macael, Fines e Somontín, un fatto che non sarebbe così strano visto che lo scrittore visse lunghi periodi di tempo in Andalucía.

Le feste patronali di Laroya, in onore di San Ramón Nonato, si celebrano il 31 di agosto. E in quella data, il fuoco non svolge nessuna mansione speciale.

Traduzione a cura del Centro Ufologico Ionico

Fonte – Verdadoleyendas

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