Shishumara, la Via Lattea nell’antica India

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di Enrico Baccarini© – Studiando l’antica letteratura puranica è sconcertante come risulti letteralmente traboccante di dati astronomici e nozioni in taluni casi equiparabili alle moderne teorizzazioni scientifiche. Tra queste non sembra essere stata trascurata  neanche la descrizione della nostra Galassia. Tra i testi sacri che approfondiscono e illustrano questo tema possiamo trovare ad esempio la Bhagvata Purana (Capitolo 23, Canto 5), detta anche Srimad Bhagavatam.


Il fattore sconcertante è che questo testo fornisce una lista dettagliata dei diversi Loka, o pianeti, della nostra galassia con le precise localizzazioni dei suoi ‘abitanti divini’ il tutto trasposto, ovviamente, sotto un’ottica religiosa e fideistica ma dimostrando la co- noscenza e perizia con cui gli antichi conobbero lo spazio esterno al nostro pianeta.

È anzitutto interessante notare un termine costantemente rintracciabile in vari testi e, in particolar modo, nella Srimad Bhagavatam.

bhautika — adhibhautika, creato o offerto da altri esseri viventi;

Il Centro Galattico, è idealizzato come la coda di un serpente arrotolato e, secondo la spiritualità induista, si ritiene fosse un luogo in cui erano concentrati immenso potere ed energia. Nel Bhagavatam viene detto che il Centro Galattico è formato dalla Dhruva Loka, identificabile con la moderna Stella Polare. Le scritture affermano, inoltre, che Dhruva-Loka fosse la sede suprema di Vishnu nel regno materiale, luogo in cui il dio è adagiato sul divino serpente Sheshnaag ed è accompagnato dalla dea Lakshmi nel latte oceanico chiamato Ksheer-Sagar.

Vicino alla dimora di Dhruva risiede Prajapati, adorato dagli esseri celesti Agni, Indra e Dharma, posti vicino alla coda e ai Saptarshi vicino alla sua cintura. Sulla destra del Carro celeste si trovano quattordici stelle da Uttarayan Nakshatras (emisfero nord) a Abhijit fino a Punarvasu, e sul suo lato sinistro altre quattordici stelle Dakshinayan Nakshatras (emisfero sud) da Pushya fino a Uttar-Aashadh. La coda di Shishumar शशमुर, la creatura celeste che è la nostra Galassia è invece composta da un gruppo di stelle de- nominato Ajavithi.

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La Bhagavatam prosegue citando le stelle denominate Punarvasu e Pushya sul lato sinistro di Shishumar; Ardra e Ashlesha su quello destro e alla loro base Abhijit e Uttar-Aashadh.


L’asterismo di 8 stelle denominato Mrigashirsha, si trova invece sul limitare esterno della Galassia. Questo stesso gruppo di stelle secondo gli studi di David William Davenport era il luogo di origine delle più importanti divinità dediche che, nel passato, avrebbero visitato il nostro pianeta interagendo con gli esseri umani.

La classificazione effettuata dagli antichi indiani, senza l’impiego delle tecnologie moderne, ha qualcosa di stupefacente se rapportata ai modelli cataloghi astronomici. Fu solo nel 1610 che Galileo utilizzò il primo telescopio, in Occidente, e determinò che la Via Lattea era formata da miliardi di stelle. I sapienti indiani lo sapevano già da qualche migliaio di anni !

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