Secondo Jill Tarter “Gli umani non sono un ‘pasto’ gradito agli alieni”
Secondo Jill Tarter, gli alieni non sono tanto ostili come è stato dichiarato da Stephen Hawking. Da qui la necessità di continuare a cercare nello spazio qualche segnale intelligente di origine extraterrestre.
di Corrado Ruscica
Secondo quanto dichiarato da Jill Tarter, che ha recentemente annunciato di lasciare la carica di direttore dell’Istituto SETI, gli umani non sono un pasto gradito dagli alieni anche se Hollywood ci mostra il contrario nei film di fantascienza.
In una recente conferenza stampa in cui è stato annunciato l’evento SETI con, che avrà luogo dal 22 al 24 Giugno a Santa Clara in California, Tarter, che è stata l’ispiratrice del film “Contact” con Jodie Foster, non è d’accordo con quanto affermato da Stephen Hawking il quale dipinge gli extraterrestri come mostri terribili affamati di essere umani. “Spesso, nei film di fantascienza gli alieni ci dicono molto più su di noi di quanto non lo facciano su loro stessi” spiega Tarter. “Mentre Stephen Hawking ci ha messo in guardia sul fatto che una razza aliena un giorno potrebbe colonizzare la Terra, io dico con rispetto che non sono d’accordo.
Se qualche civiltà intelligente fosse in grado di visitare il nostro pianeta questo vorrebbe dire che gli ET sono dotati di una tecnologia alquanto sofisticata tale da non avere la necessità di fare schiavi, di avere cibo o di colonizzare altri pianeti. Se arrivassero sulla Terra per loro sarebbe una missione atta all’esplorazione di un altro mondo a loro sconosciuto. Inoltre, considerando anche l’età dell’Universo, con ogni probabilità noi non saremo i primi ad essere visitati perciò le nostre paure ci possono arrivare solo guardando, ad esempio, alcuni film come Men in Black, Battleship o Visitors“.
Continua ancora Tarter: “Pensateci un attimo. Se un giorno riceveremo un segnale artificiale dallo spazio, allora potremmo imparare tante cose sul loro passato, dato che il segnale impiega un certo tempo per propagarsi, ma anche sul nostro futuro e sulle tecnologie che saremo in grado di sviluppare“.
Dunque se ci preoccupiamo del fatto che cercare qualche segnale intelligente di origine extraterrestre o mandare nello spazio un segnale di origine terrestre possa richiamare qualche civiltà aliena ostile verso la conquista della Terra, allora forse è meglio mantenere il silenzio e stare tranquilli. Ma stare in silenzio non sarebbe di grande aiuto alla ricerca SETI. Insomma, non ci rimane altro che sperare che Jill Tarter abbia ragione, almeno per la parte relativa al cibo.
Fonte – Astronomicamentis, 9 giugno 2012
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