Scoperti 50 nuovi pianeti extrasolari uno nella zona favorevole alla vita
Si trova a una distanza dalla stella madre che potrebbe permettere la presenza di acqua allo stato liquido
MILANO – Un vero record: la scoperta di nuovi cinquanta pianeti extrasolari annunciati assieme non si era mai registrata finora. Naturalmente è il frutto di osservazioni ripetute nel tempo e poi definite sino ad arrivare alla comunicazione avvenuta nello Stato americano dello Wyoming durante la conferenza Extreme Solar Systems. Il risultato inoltre sarà pubblicato sul periodicoAstronomy and Astrophysics. Il secondo record è legato al fatto che lo scopritore è sempre Michel Mayor dell’Università di Ginevra che già è entrato nella storia del cielo per essere stato quello che nel 1995 identificava il primo pianeta extrasolare.
VICINI – I nuovi corpi astrali sono tutti intorno a stelle vicine della nostra galassia, ma è interessante notare che sedici di questi hanno una taglia inferiore a quella di Giove. La maggior parte delle scoperte avvenute nell’arco dei tre lustri trascorsi riguardava infatti pianeti di massa appunto molto più grande, analoga o superiore al nostro gigante del sistema solare. In tal caso, invece, i sedici sono da considerare delle super-Terre. Uno di loro (HD 85512 b, nella costellazione della Vela) con una massa 3,6 volte quella della Terra, è situato all’estremità della fascia considerata abitabile, cioè a una distanza dalla stella madre che potrebbe permettere la presenza di acqua allo stato liquido. «Quindi», nota Francesco Pepe dell’Osservatorio di Ginevra, «essi rappresentano obiettivi privilegiati per le prossime osservazioni astronomiche finalizzate alla ricerca di tracce di ossigeno nell’atmosfera e legate alla ricerca delle condizioni favorevoli alla vita».
HARPS – Il risultato è stato ottenuto con il telescopio da 3,6 metri dell’Eso a La Silla, in Cile, sul quale è stato installato lo strumento Harps (High Accuracy Radial Velocity Planet Research) che compie le osservazioni con la tecnica della «velocità radiale» misurando gli spostamenti della stella avanti o indietro determinati dalla presenza del pianeta che le gira intorno. Con Harps gli astronomi riescono ormai a misurare variazioni di velocità radiale di appena 4 chilometri orari e la sua sensibilità, infatti, consente di individuare pianeti sempre più simili nelle dimensioni a quelle della Terra. Harps sarà installato anche sul telescopio nazionale Galileo dell’Inaf (Istituto nazionale di astrofisica) alle isole Canarie. Il gran lavoro che da sedici anni sta compiendo Mayor lo ha portato a considerare che almeno il 40 per cento delle stelle simili al Sole sono accompagnate da almeno un pianeta che può essere sicuramente inferiore a Saturno e con alta probabilità con la massa della Terra. Harps si candida dunque nei prossimi mesi a scovare soprattutto questi potenziali gemelli cosmici.
Fonte – Il Corriere della Sera, art. di Giovanni Caprara, 13 settembre 2011
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