Civiltà perduta sarebbe esistita 100.000 anni fa nel Golfo Persico

La ricerca di Jeffrey Rose, pubblicata sulla rivista Current Anthropology, ipotizza la presenza di una civiltà scomparsa, vissuta nell’attuale Golfo Persico tra i 75.000 e 100.000 anni fa, la cui esistenza (se provata) potrebbe far riscrivere parte della storia degli spostamenti umani.
In quel periodo, fino a circa 8.000 anni fa, il Golfo non sarebbe stato altro che una pianura alluvionale delle dimensioni della Gran Bretagna, prima di essere inghiottita dall’Oceano Indiano. E proprio in quel periodo, pare, sarebbe vissuta una civiltà relativamente evoluta che si sarebbe in seguito spostata verso nord.

Rose, archeologo dell’ Università di Birmingham, ha elaborato un’ipotesi (di questo si tratta, mancando le prove) abbastanza ardita, ma che trova il sostegno di altri archeologi. “Credo che la teoria di Jeff sia audace e ricca di immaginazione, e si spera possa scuotere l’ambiente” dice Robert Carter, della Oxford Brookes University. “Riscriverebbe completamente la nostra conoscenza della migrazione dall’Africa. E’ lontano dall’essere provato, ma Jeff e altre persone stanno sviluppando programmi di ricerca per fare i test“.

Data la presenza di comunità di Neanderthal nella zona settentrionale del Tigri e dell’Eufrate, come anche nella regione orientale del Mediterraneo, questa potrebbe essere stata la zona di contatto tra gli umani moderni e i Neanderthal” afferma Rose.

L’idea di Rose vede gli abitanti di questa pianura alluvionale spostarsi sull’attuale costa a seguito dell’innalzamento delle acque marine: “Dove prima c’era solo una mancia di accampamenti di cacciatori, all’improvviso appaiono velocemente 60 nuovi siti archeologici. Questi insediamenti erano case permanenti ben costruite, network commerciali su lunghe distanze, vasi finemente decorati, animali domestici, e anche prove di una delle più vecchie barche del mondo“.

E continua: “Forse non è una coincidenza che la fondazione di queste comunità molto svilupate lungo le coste corrisponda all’inondazione del bacino del Golfo Persico circa 8.000 anni fa. Questi coloni potrebbero essere arrivati dal cuore del Golfo, sfollati dall’innalzamento del livello delle acque che ha sommerso un paesaggio fertile sotto l’Oceano Indiano”.

Di prove, purtroppo, ne mancano. La prova ideale sarebbe trovare un insediamento sommerso che corrisponda a determinate caratteristiche, o fossili di esseri umani anatomicamente moderni nell’area in cui si ritiene possa esserci stata la pianura alluvionale del Golfo.

Ma gli indizi non mancano, come nel caso del sito chiamato Jaleb Faya 1, scoperto 4 anni fa nel bacino del Golfo e fatto risalire ad un periodo compreso tra i 125.000 e i 25.000 anni. Il sito, che contiene tre insediamenti paleolitici, è una prova di come gruppi di esseri umani vivessero attorno al bacino del Golfo nel Tardo Pleistocene.

Sarà pero indispensabile eseguire ulteriori studi, oltre che sondare con attenzione i fondali marini, per poter ottenere una prova che dimostri che una civiltà relativamente evoluta è davvero vissuta nel Golfo, e che la storia degli spostamenti dell’essere umano deve essere riscritta.

Fonte – Dita di Fulmine, 10 dicembre 2010, fonte originale Live Science del 9 dicembre scorso e Fox News, si veda anche University of ChicagoCurrent Anthropology (qui lo studio completo).

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