Ritrovata la tomba di Alessandro di Macedonia re d’Epiro, detto il “Molosso”

La tomba n.33 scoperta nel 1982 sulla collina di San Salvatore di Timmari, vicino a Matera, corrisponderebbe a quella del grande Alessandro il Macedone, il guerriero dalle proporzioni gigantesche che venne a combattere in Italia 2400 anni fa

E’ probabilmente la localita’ archeologica del colle di Timmari, a pochi chilometri da Matera, il luogo dove si trova la tomba di Alessandro di Macedonia detto “Il Molosso”, che venne in Italia nel 335 avanti Cristo, per soccorrere la citta’ magno-greche di Taranto ma venne in conflitto con i Lucani, i Bruzi e, gli Iapigi e i Sanniti nel tentativo di creare una regione-Stato unitaria nel sud della penisola italiana.


Conferme e approfondimenti sul tema verranno il 2 ottobre a Matera nel corso di un incontro promosso dalla Fondazione Zetema, che presentera’ uno studio realizzato dall’archeologa Maria Giuseppina Canosa, gia’ direttrice del Museo “Domenico Ridola ” negli anni ’80 e autrice del lavoro “Una tomba principesca da Timmari” gia’ pubblicato dall’Accademia dei Lincei ed edito da Giorgio Bretschneider editore.

A sostegno di questa tesi alcuni esperti tra i quali Elissa Lissa Caronna, accademico dei Lincei, Lorenzo Braccesi (direttore della rivista Hesperia), Maurizio Gualtieri, docente di archeologia dell’Universita’ di Perugia, Claude Pouzadoux direttore del Centre “Jean Be’rard” di Napoli e i soprintendenti per i beni archeologici di Basilicata Antonio De Siena e di Calabria, Elenza Lattanzi.

L’attenzione degli esperti sara’ rivolta alla tomba numero 33 scoperta nel 1982 sulla collina di San Salvatore di Timmari.

Dalle indagini effettuate risulta a forma di una grande semicamera infossata, dalla forma architettonica particolare e con una costruzione che richiama – secondo l’autrice – alla descrizione omerica della pira monumentalizzata, preparata per i funerali in onore di guerrieri morti sul campo di battaglia. Corposa e’ l’analisi del corredo rinvenuto, circa 150 oggetti, (vasi, armi, strumenti rituali), riconducibile al decennio precedente alla chiusura della tomba, tra il 331 e il 330 avanti Cristo, epoca della spedizione di Alessandro III in Magna Grecia.


Conferme verrebbero anche dai reperti che collegano, per esempio, alle scene riprodotte dal pittore di Dario sul vasellame, ai diversi aspetti della sepoltura, alle consuetudini del banchetto aristocratico e per quel concerne la panoplia alla figura di un militare armato con corazza e spada secondo l’uso macedone ed epirota.

Il progetto di unificazione di Alessandro il Molosso non riusci’ e venne ucciso in battaglia a tradimento, per mano di un lucano a Pandosia di Lucania secondo alcuni fonti o di Bruzia secondo altre. E il suo corpo lacerato.


E’ molto probabile – ha detto il presidente della Fondazione Zetema, Raffaello De Ruggieri – che si tratti della tomba dell’illustre re. Il lavoro di Maria Giuseppina Canosa offre validi spunti ed elementi, con l’apporto di esperti che possa confermare tutto questo. Quella tomba, come altre rinvenute a Timmari, ne confermano l’appartenenza a un a persona importante provenienti da altri territori e con una propria storia“.

Leave a Comment