Quei batteri nei meteoriti “Forme di vita dallo spazio?”
Ricercatore della Nasa scopre fossili estremamente piccoli precipitati su zone remote del pianeta. Alcuni somigliano a forme di vita terrestri, altri sono “alieni”. Grande cautela nella comunità scientifica per una scoperta potenzialmente dirompente
di LUIGI BIGNAMI
Sono lunghi e filamentosi. Così appaiono i primi (o forse i secondi) alieni sbarcati sulla Terra. Un ricercatore della Nasa infatti, sostiene di aver scoperto una forma aliena fossilizzata di vita giunta dallo spazio che può spiegare, tra l’altro, come la vita stessa sia arrivata sulla Terra. La sua scoperta è stata pubblicata sulla rivista scientifica Journal of Cosmology. Nonostante la certezza dalla scoperta, frutto di lunghi anni di ricerche, il ricercatore Richard Hoover, un astrobiologo che lavora per il Marshall Space Flight Center della Nasa, ha chiesto a ricercatori di tutto il mondo di verificare se le sue prove possono in qualche modo non essere corrette.
La straordinaria affermazione di Hoover arriva dopo dieci anni di studi su fossili di batteri estremamente piccoli caduti in zone remote di tutto il pianeta. Hoover infatti, ha girato dall’Antartide, alla Siberia fino all’Alaska per cercare nei ghiacci forme estremamente rare di meteoriti, chiamate CI1 condriti carboniose, di cui al momento esistono solo una decina di campioni.
Alcuni dei fossili messi in luce assomigliano ai batteri che sulla Terra sono chiamati Velox Titanospirillum. “La scoperta ci dice che la vita nell’Universo è assai più diffusa di quel che pensiamo“, ha detto Hoover, che ha continuato: “Guardando le meteoriti al microscopio ho rilevato vari tipi di fossili di batteri diversi, alcuni dei quali assomigliano a batteri terrestri, altri sono invece, sono del tutto sconosciuti, veri e propri alieni“.
Se così fosse assumerebbe grande valore l’ipotesi della panspermia, ossia la tesi che vuole che la vita sia arrivata sui pianeti, Terra compresa, dallo spazio e che non sia un fenomeno unico del nostro pianeta. “Un elemento importante -ha detto il ricercatore- è il fatto che molti dei batteri siano riconoscibili e si possano confrontare con specie terrestri. Questo lega la vita del nostro pianeta con quella portata dallo spazio“.
Nella scoperta già di per sé estremamente interessante Hovver avrebbe identificato dei batteri che non possiedono azoto.
Alcuni ricercatori, come Seth Shostak, astronomo presso l’Istituto SETI (Search for Extraterrestrial Intelligence), ha detto che è davvero difficile credere ad una simile scoperta. “Se ciò che sostiene Hoover fosse vero, le implicazioni sarebbero di vasta portata in tutto il campo della scienza e dell’astronomia“, ha detto Shostak. Ora le ricerche di Hoover verranno sottoposte a test indipendenti e se troveranno conferma avremo la certezza che gli alieni sono davvero scesi sulla Terra.
Va ricordato che questa scoperta si affianca a quella del meteorite di origine marziana trovato in Antartide noto come ALH84001, da Allan Hills, il luogo ove venne scoperto nel dicembre 1984 da Roberta Score. Nel 1996 David McKay della Nasa sosteneva di aver trovato al suo interno tracce di vita. Tra le sue pieghe infatti, vennero trovate strutture a catena di probabile origine biologica. Con un diametro compreso tra i 20 e 100 nanometri, le loro dimensioni erano simili a quelle di alcuni nanobatteri terrestri. La scoperta è sempre stata contestata, ma al momento la spiegazione biologica è quella che prevale.
Fonte – La Repubblica, 06 marzo 2011
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