Lo scienziato Hawking: “Gli alieni? Meglio starne alla larga”

Il fisico alla Bbc: “I pianeti abitati saranno milioni, ma se mai gli extraterrestri ci trovassero potrebbero sfruttare la Terra e le sue risorse come fecero i conquistadores con l’America”

Se dovessimo incontrare alieni, meglio cambiare strada e stargli alla larga. La raccomandazione è arrivata dallo scienziato Stephen Hawking che, parlando alla “Bbc”, ha aperto alla possibilità di vita anche in altri pianeti. “Su 100 miliardi di galassie – ha detto – i pianeti abitati saranno milioni. Una civiltà che riuscisse a raggiungerci sarebbe certo più evoluta della nostra. Proprio in questo sta il pericolo: faremmo la fine degli indigeni d’America quando sbarcò Cristoforo Colombo”.

L’astrofisico britannico, 68 anni, paralizzato, costretto a comunicare muovendo un sopracciglio davanti a una telecamera, ha detto di essere “matematicamente certo” che gli extraterrestri “esistano, chissà in quale forma”. Ma “è meglio stargli lontano” perché “se mai ci trovassero, potrebbero sfruttare la Terra e le sue risorse come i conquistadores fecero con l’America”. Ma come potrebbero essere gli alieni? Lo scienziato ha tracciato un identikit: la maggior parte di loro potrebbe essere equivalente a microbi o ad animali semplici.Tuttavia, il radioastronomo Frank Drake, che nel 1960 per primo cercò di captare segnali intelligenti dallo spazio, ha sostenuto una tesi opposta: i cattivi si autodistruggono appena raggiungono un alto livello tecnologico, come rischiamo di fare noi con la bomba atomica. Quindi sopravvivono a lungo soltanto gli alieni buoni: è la selezione darwiniana a livello cosmico.

Fonte – Apcom & Virgilio, 26 aprile 2010

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