‘La Via Michelita’, un nostro articolo su Il Giornale dei Misteri numero 464, ottobre 2010

Da molti anni studiamo una affascinante via di pellegrinaggio, un percorso spirituale ed iniziatico conosciuto come ‘Via Michelita‘ o ‘Via dell’Angelo‘. Volendo condividere una prima parte di queste ricerche pubblicheremo nel numero di ottobre de Il Giornale dei Misteri un articolo a tema. Eccone una breve sinossi “Una antica via di pellegrinaggio, santuari disposti lungo una direttrice misteriosa e la figura di un arcangelo protettore e guerriero sono gli elementi fondanti che caratterizzano il mistero della Via Michelita, un’antichissima rotta di pellegrinaggio che toccò i principali paesi dell’Europa antica.
Questa curiosa via di pellegrinaggio si è rivelata nel corso delle ricerche qualcosa di estremamente più vasto e profondo. Oggi quasi del tutto dimenticata se non per i tre importanti e monumentali monasteri che ancora raccontano le antiche gesta e peregrinazioni di migliaia di fedeli. La Via Michelita è un enigma storico unico nel suo genere per la precisione, non tanto geometrica quanto spaziale, con cui i tre eremi sono stati costruiti. Sorvolando la nostra Europa, il principe delle schiere celesti, con la sua armatura scintillante e le sue ali possenti, pare abbia scelto i luoghi più suggestivi, e in certi casi inaccessibili, ove apparire e far erigere in suo nome santuari destinati al culto….”. Da “Sulla via di san Michele Arcangelo” di Enrico Baccarini, a pagina 48.

Ecco invece il comunicato stampa apparso il 1 ottobre su Toscana News 24.

E.B.

In collaborazione con l’editore “I Libri del Casato”, pubblichiamo qualche anticipazione del numero in edicola (numero 464 di ottobre 2010) del mensileIl Giornale dei Misteri“.

Il Giornale dei Misteri, ogni mese in edicola: 64 pagine illustrate al prezzo di 4,50 euro.

Fenomeni di pre-morte, telepatia, chiaroveggenza, bilocazione, psicobolia, telecinesi, pirobazia, psicofonia, xenoglossia, esperienze fuori dal corpo, poltergeist, ipnosi, sincronicità, alchimia, esoterismo, messaggi delle Guide, la scuola ermetica, misteri dell’universo, segreti della storia, fantascienza, presenze aliene, guaritori, simbolismo, popoli in via di estinzione, curiosità della Natura, grafologia, onomastica, segnalazioni librarie ed altro ancora.

Dal 1971 la rivista in bianco e nero, per chi sceglie il colore dei contenuti.Ponete i vostri quesiti ai nostri esperti: leggerete le risposte sulle pagine della rivista. Scrivete a questo indirizzo email.

La lettera scelta per voi:

Un “ponte psichico”

Tanti anni fa all’età di sedici anni ebbi un incontro molto particolare. Avevo marinato la scuola. Mi trovavo a Roma, in Piazza di Spagna. Potevano essere circa le otto del mattino e oltre a me sugli scalini di Piazza di Spagna c’erano solo gli spazzini. Ero assorta in mille pensieri quando ad un tratto accanto a me, all’improvviso, comparve un uomo di circa trent’anni. Lo ricordo come se fosse ieri! Eppure sono passati più di quindici anni. Aveva i capelli scuri ed era molto pallido. Mi disse: “Ciao! Come va?”. Pensai di andarmene perché credevo che volesse infastidirmi, ma ci ripensai.

Mi sentivo in fondo tranquilla vicino a lui e non avevo l’impressione che volesse farmi del male. Mi sorrideva ed era come se la tristezza che sentivo in quel momento svanisse. Era come se il ragazzo mi leggesse nel cuore. Poi disse: “Ok, ma ora non ci pensare più. Domani torna a scuola, è importante. E ora andiamo a prenderci un caffè, pago io”. Io non avevo raccontato a lui proprio nulla! Ma quello che disse era vero! Così accettai l’invito pensando anche che lì all’aperto non potesse succedermi nulla di brutto. Mentre ci avvicinavamo al bar (“bar D’angelo”, neanche a farlo apposta!) gli chiesi cosa facesse lì di prima mattina. Lui rispose che voleva cercare la Vespa che aveva parcheggiato da quelle parti, ma non si ricordava più il posto preciso. Entrammo nel bar. Mi rivolsi al barman per ordinare. Mi rigiro verso il ragazzo ma lui non c’era più. Rimasi perplessa. Chiesi al barman se avesse visto il tipo vicino a me, ma lui mi guardava come se stessi scherzando. Il tipo non c’era. Svanito.

Due mesi dopo fui invitata a casa di conoscenti di mia madre. Era la prima volta che vedevo quelle persone. Non appena entrai in quella casa dove eravamo ospiti vidi una foto. Era il tipo di Piazza di Spagna! Chiesi alla padrona di casa se egli si trovasse lì, ma lei mi guardò un po’ sorpresa e offesa dicendomi di no e chiedendomi se io conoscessi il ragazzo in foto. Io dissi di sì e le raccontai di averlo conosciuto qualche mese prima. Lei mi rivelò che era impossibile. Era suo fratello, moto dieci anni prima in un incidente con la sua Vespa… nei pressi di Piazza di Spagna. Grazie per l’attenzione. Marta, Vienna

Gentilissima lettrice, limitandomi strettamente, come faccio d’abitudine, a quanto descritto dal lettore e al solo fatto illustrato in questione, che come altri inevitabilmente contempla sempre molti interrogativi per gli eventuali e ulteriori approfondimenti, Le posso premettere che di casi molto similari nei contenuti – nel corso della mia ricerca parapsicologica che si protrae da oltre quattro decenni – ne ho raccolti diversi, da testimoni attendibili e, ovviamente, mi hanno abbastanza colpito per la loro suggestività e per tutte le possibili implicazioni.

Come in altri casi, quindi, da me registrati e in qualche modo e nei limiti del possibile accertati, l’ipotesi che l’esperienza in questione possa essere ricondotta a una pura e occasionale fantasticheria della persona protagonista può in linea di massima essere messa da parte alla luce di possibili elementi successivi che si inseriscono utilmente nel quadro globale della vicenda: nel Suo caso il fatto che due mesi dopo ha incontrato per la prima volta delle persone (questo è un dato importante) e, nella loro casa, ha potuto scorgere una foto proprio della sua “apparizione” e constatare che la persona era morta ben dieci anni prima per un incidente con la Vespa (e la “figura” da lei vista peraltro cercava proprio un motorscooter Vespa, che non ricordava più dove fosse parcheggiato).

Una componente immateriale della personalità che perdura dopo la morte corporea, lo spirito di un defunto, a causa di una scomparsa improvvisa e violenta forse non si rende pienamente conto del tragico e fatale fatto e come confusa e disorientata vaga per il luogo magari per il tentativo di reinserirsi di nuovo nell’esistenza dei viventi. Chissà? Certo, sarebbe molto interessante sapere se altre persone nel tempo e nel luogo in questione abbiano avuto in qualche modo una esperienza analoga con la medesima “figura”. O forse la Sua esperienza è stata unica, favorita da una qualche particolare “sintonia” con quella “entità”, come Lei dice in grado di leggere nel suo cuore. O qualche altro elemento che abbia in qualche modo fatto da “ponte psichico”, come potrebbe essere la circostanza che le vostre due famiglie si conoscevano. Giulio Caratelli.

Nel numero 464 di ottobre 2010:

“Che lo si chiami Uomo Gufo, Jack il saltatore (in Inghilterra) o Mothman negli Stati Uniti, l’ormai famoso Uomo Falena non ha certo bisogno di presentazioni. Esso non cessa di apparire in diversi luoghi del mondo, dando l’impressione che ci si trovi di fronte a qualcosa di più che una semplice leggenda. Stilando un calcolo sistematico delle sue apparizioni ci si accorge infatti che le versioni dei testimoni sono sorprendentemente coerenti.
Un dettaglio da non sottovalutare, in quanto non si possono definire tutti i testimoni oculari come mitomani o vittime di allucinazioni. Chi scrive ha ricevuto due segnalazioni relative all’avvistamento di qualcosa che sembra proprio il nostro amico, ma prima di presentarle è bene fare una sia pur stringata disamina su ciò che sappiamo oggi dell’Uomo Falena. I resoconti concordano nell’assegnargli un’altezza compresa tra un metro e mezzo e più di due, un colore grigiastro o scuro, a volte con riflessi metallici, una testa incassata (secondo alcuni fornita di una cresta) e, dettaglio particolarmente inquietante, due occhi rossi luminosi con un diametro apparente tra i 4 e gli 8 centimetri…”.

Da “Uomo Falena: soltanto un animale ancora sconosciuto?” di Massimo Valentini, a pagina 40.

“Una antica via di pellegrinaggio, santuari disposti lungo una direttrice misteriosa e la figura di un arcangelo protettore e guerriero sono gli elementi fondanti che caratterizzano il mistero della Via Michelita, un’antichissima rotta di pellegrinaggio che toccò i principali paesi dell’Europa antica.
Questa curiosa via di pellegrinaggio si è rivelata nel corso delle ricerche qualcosa di estremamente più vasto e profondo. Oggi quasi del tutto dimenticata se non per i tre importanti e monumentali monasteri che ancora raccontano le antiche gesta e peregrinazioni di migliaia di fedeli. La Via Michelita è un enigma storico unico nel suo genere per la precisione, non tanto geometrica quanto spaziale, con cui i tre eremi sono stati costruiti. Sorvolando la nostra Europa, il principe delle schiere celesti, con la sua armatura scintillante e le sue ali possenti, pare abbia scelto i luoghi più suggestivi, e in certi casi inaccessibili, ove apparire e far erigere in suo nome santuari destinati al culto….”.

Da “Sulla via di san Michele Arcangelo” di Enrico Baccarini, a pagina 48.

“Estate particolarmente calda sul fronte ufologico, non solo dal lato climatico, quella del 2010. Prima è stata la volta dell’astronomo del Papa, padre Josè Gabriel Funes che, incalzato da una cronista di ItaliaUno ha ammesso che gli alieni possono esistere e che ciò non è in contrasto con la fede cattolica. Poi, l’onorevole Mario Borghezio ha posto la questione dell’apertura degli archivi Ufo al Parlamento Europeo, facendola seguire da una conferenza dell’astrofisico Massimo Teodorani, ripresa da decine di giornali internazionali; ancora, il 28 luglio, un video presumibilmente fuoriuscito dagli archivi militari israeliani e posto su YouTube, è stato ripreso dal tg di Studio Aperto; nulla di eccezionale, solo un puntino luminoso che, nella notte nera, sembra sdoppiarsi nel cielo, mostrando una sorta di antenna sulla sommità, andando poi fuori fuoco quando l’anonimo avvistatore preme lo zoom; ma in ogni caso un documento che, se di reale provenienza militare, risulterebbe un’ammissione ufficiale da parte di un Governo solitamente avvezzo a monitorare i cieli per paura di minacce ben più terrestri. E infine, una vera e propria ondata di avvistamenti Ufo che ha coinvolto il più popoloso Paese del pianeta, la Cina.…”.

Da “Ufo: dalla Cina con furore” di Alfredo Lissoni, a pagina 57.

“Una comunità che è sorta tra le verdi montagne svizzere, vicino alla cittadina di Ascona e al Lago Maggiore, nel Canton Ticino. Fu nel 1899 che Henry Oedenkoven, un milionario, e la sua compagna Ida Hoffmann – insegnante di musica e femminista – insieme ai fratelli Karl e Arthur (Gusto) Gräser ed altri, decidono di fondare una comunità utopica che certo non è la prima nel suo genere, ma che comunque ha avuto il pregio di sopravvivere fino ai nostri giorni. (…) Il luogo dove essi fondarono questa comunità porta il significativo nome di “Monte Verità” poiché i suoi componenti volevano “tornare alla natura”, ai suoi ritmi, ai suoi valori; la comunità aveva tutte le caratteristiche dell’utopia, compresa una forma di socialismo/comunismo primitivo in cui era abolita la proprietà privata; infatti era una “società” che voleva tornare ad un clima primitivo e quindi i suoi membri vivevano e lavoravano la terra nudi ed avevano un aspetto senza dubbio poco curato; inoltre, erano vegetariani e anti-industriali.…”.

Da “Insoliti fatti: Monte Verità e i Convegni di Eranos” a cura di Giuseppe Vatinno, a pagina 43.

Su Il Giornale dei Misteri trovate:

La rubrica “Le stelle nel nostro karma”, dove i lettori possono leggere il proprio profilo karmico.

Good News: buone notizie dal mondo.

La rubrica di Grafologia dove leggere le analisi grafologiche richieste dai lettori.

La rubrica di Onomastica dove leggere il significato del vostro nome.

Per una lettura “diversa”:

Il nuovo libro di Vitaliano Bilotta
Il mistico di città
Edizioni I Libri del Casato
Pagine 128
€ 12,00

Qui la vita interiore di un veggente e il suo rapporto con gli altri sono commentati alla luce dell’insegnamento delle Guide. Queste ripetono che ogni persona che partecipa a un cenacolo deve assumersi la responsabilità di fare un uso costruttivo di quanto questa esperienza le può offrire, non solo nei confronti di se stessa ma anche nei confronti degli altri.

E anche noi crediamo che l’insegnamento non ci sia dato per essere nascosto affinché nessuno possa usufruirne, ma per trasmetterlo a chi ne ha bisogno. Ecco il vero motivo della divulgazione.

Ordinabile da questo sito web.

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