INTERVISTE: Lorenzo Pecchioni e ‘GALGANO SIGNORE DEL CERCHIO’
intervista di Enrico Baccarini©
E’ uscito per le edizioni Press & Archeos “Galgano, signore del Cerchio” il nuovo saggio di Lorenzo Pecchioni. Abbiamo letto in anteprima questo testo e lo abbiamo seguito già dai mesi che hanno visto la sua lavorazione. Il taglio dell’opera è fin da subito improntato non solo alla rigorosa ricerca storica ma ancor più verso un’indagine delle origini del mito, ad una scrupolosa analisi delle matrici fondanti della sua leggenda ovvero ad un viaggio iniziatico che coinvolge il lettore in ogni sua parte mostrando nuovi ed inediti aspetti della figura del Santo e della sua leggenda. Al di fuori dello schema classico del saggio storico Pecchioni analizza le matrici culturali, sociali ed antropologiche che hanno trasformato il Santo di Chiusdino in una figura senza tempo, un eroe che trascende la storia e si pone come un elemento immortale del misticismo del medioevo.
Nella sua coralità San Galgano è conosciuto anzitutto per l’incredibile prodigio che vide la sua spada infitta nella roccia ma la leggenda dientro questo personaggio è ben più ampia e complessa di questo singolo evento toccando elementi che, l’attenta analisi di Pecchioni, è riuscita a recuperare dalle nebbie del tempo. I sogni e le visioni del Santo si presentano quindi sotto una nuova luce,vengono analizzati nella loro dimensione atemporale trasformandosi in una vera e propria catarsi che Galgano visse e subì durante il suo percorso ascetico.
Abbiamo avuto il piacere di incontrare Lorenzo Pecchioni e porgli qualche domanda, intervistandolo e conversando entro un campo che certamente avrà ancora da raccontare molte storie ma che l’attento occhio di questo ricercatore ha già sapientemente saputo focalizzare in quei punti fondanti ancora del tutto inediti e che necessitano di una comprensione e di uno studio ulteriore.
Sei attualmente in pubblicazione con un libro, “Galgano, signore del Cerchio”, con un documentario “Storia Archeologia e leggenda dei templari fiorentini”, e stai lavorando a nuove creazioni letterarie ma anche artistiche. Cominciamo da San Galgano. Non si era già scritto abbastanza sul cavaliere e sulla sua spada nella roccia? che cosa aggiunge di nuovo e quali aspetti affronta il tuo libro?
A parte qualche dettaglio non aggiunge niente alla ricerca storica, ma analizza piuttosto la leggenda in senso mitologico e se vogliamo psicoanalitico; ci si dedica insomma ad aspetti maggiormente antropologici, cercando di comprendere questo “eroe cristiano” in una chiave universalista. Non esistono pretese di ricostruzione storica, ne’ tantomero esoteristica. Ad essere indagato è forse il fascino stesso di San Galgano, quella misteriosa matrice archetipica che si è manifestata attraverso la sua vita, ma soprattutto attraverso la reinterpretazione leggendaria della medesima. Della leggenda di Galgano, in quanto autore di video, posso dire che risponde ad una struttura persino ‘cinematografica’; Il mio studio è dedicato anche a quest’aspetto, d’altronde mito e cinema sono spesso consecutivi.
SAN GALGANO
E LA SPADA NELLA ROCCIA
Libro illustrato. 48 p., 26x20cm, cartonato
Press & Archeos
ISBN 978-88-96876-07-7
€ 14,00
So che su questo Santo si sono sviluppate accese discussioni riguardo ad una sua possibile “eresia”. È un po’ come quando si parla di templari, esistono due fronti distinti di opinioni, uno intransigente e cattolico, l’altro più esoterico e misteriosofico. Che idea ti sei fatto?
La verità è che in seguito ad alcune vecchie pubblicazioni che fantasticavano sugli aspetti archetipici della vicenda del Santo, esagerandoli addirittura su una prospettiva esoterico-iniziatica, si è sviluppata una comprensibile reazione di alcuni, a tratti addirittura ‘intransigente’, che ha forse determinato i ‘fronti’ di cui parli.
La mia opinione è che parlare dell’archetipicità della leggenda di Galgano non significhi per forza “fare esoterismo” o essere esoteristi. “Galgano, Signore del cerchio” si occupa al limite di mitologia, il ché riguarda qualsiasi anima vogliosa di approfondimenti esistenziali. Il mio libro non ‘ammicca’, non ‘trama’, non ‘sussurra’ verità iniziatiche, ma si apre comunque alla prospettiva dell’anima.
SAN GALGANO E I MONACI INVIDIOSI
La Leggenda della Spada nella Roccia
durata: 50′
Mediaframe, 2010
€ 12,90
A parte la mitologia, che idea ti sei fatto dell’uomo Galgano, così poco conosciuto al grande pubblico e così tanto amato dagli studiosi?
E’ stato senz’altro un uomo eccezionale. E’ vero, della sua vita non si sa molto a parte che fosse un cavaliere, che a un certo punto cominciò ad avere visioni e sogni mistici e che infine cercò di fondare una sua congregazione eremitica. Ma si sa, appunto, che questo giovane seppe guardarsi dentro, nel profondo; seppe interpretare i suoi sogni in senso positivo e seppe perseguirli, diventare una cosa sola con essi. Stiamo parlando di scelte importanti e drammatiche, difficili quanto appaganti, indipendentemente dai luoghi e dalle epoche. Galgano probabilmente non è stato un caso eccezionale (se non per la sua misteriosa spada), non è stato diverso da tanti altri eremiti o santi, ma dobbiamo riconoscergli dei meriti oggettivi.
Condanni dunque chi ne ha parlato quasi come una sorta di antesignano di De Molay, tutto orientato alla creazione di un ordine pre-templare o di una sorta di setta neopagana?
Non mi risulta siano state scritte cose del genere, se non in qualche pubblicazione di diversi anni fa, o qualche articolo su web. Tuttavia, è vero che alcuni si sono ‘appropriati’ del Mistero di Galgano esagerandolo in vari sensi.
Forse il problema ruota intorno a quelli che i testimoni diretti (la madre stessa del Santo, ad esempio), definiscono come sogni, cioè attività onirica; e questo sembrano essere a tutti gli effetti, da un punto di vista non solo psicoanalitico, ma semplicemente ragionevole. Chi pensa che i sogni, e dunque la leggenda iniziatica di Galgano siano la “prova” oggettiva dell’esistenza di realtà esoteriche “operative” a quel tempo ed in quel luogo, forse non ha mai fatto Sogni come quelli che faceva Galgano. Da qui una serie di conseguenze ed incomprensioni. Questa è l’unica spiegazione che trovo a certe ‘ostentazioni’ esoteriche!
LA SPADA NELLA ROCCIA
DI SAN GALGANO
durata: 1h 10′
Mediaframe 2007
€ 14,90
Parliamo dei Templari di Firenze. Secondo molti, in questa città i templari avrebbero posseduto due Chiese. Nel tuo documentario invece il panorama si fa molto più articolato e le sedi templari si moltiplicano…
Ancora non esisteva un documentario sui Templari di Firenze. Il testo, sviluppato con Mario Pagni, riflette alcune ipotesi storico-archeologiche alle quali ho cercato di dare una struttura intrigante, realizzando anche alcune scene di fiction.
Ma come ho già scritto dal mio blog, quello che mi ha coinvolto di più di questa produzione è il rapporto con la città, che credo mi accomuni a molti fiorentini. Un rapporto che forse non potrà mai essere realmente nitido, poiché perturbato dall’immagine idealizzata di Firenze, la quale si sovrappone ad ogni giudizio, ad ogni critica, ad ogni sentimento. Qualsiasi reinterpretazione di questa immagine è ben accetta, se si tratta di risvegliare la nostra istintualità latente.
Ovviamente il documentario parla di Storia, e lo fa soprattutto attraverso gli esperti; ma già dalle prime inquadrature si può avvertire la tendenza esistenziale che ti ho descritto.
Pensi che sia possibile, di questi tempi, parlare di Templari in modo serio e analitico?
No, non lo penso. Resta comunque un’impressione maledettamente personale.
A cosa stai lavorando attualmente?
E’ di prossima pubblicazione un libro dedicato ad altre figure eremitiche, in particolare al girolamino Bartolomeo di Bonone da Pistoia ed i suoi seguaci. Stavolta si tratta di un testo storico, ben lungi dalle ‘fantasie archetipiche’ veicolate ne Il Signore del Cerchio. Non era mia intenzione, almeno fino a poco tempo fa, dedicarmi ad una ricerca così specialistica. Ma la riscoperta di alcuni scritti (davvero poco noti) mi ha coinvolto tanto profondamente da sentire la necessità di raccontare nel dettaglio gli eventi in questione, nel modo più esteso possibile, restituendoli alla coscienza storica nella loro complessità.
Nel frattempo ho ripreso in mano alcuni progetti che potremmo definire ‘videoart‘, e sto continuando a girare piccole fiction per i prossimi documentari. La tendenza è ancora quella del “cinema eremitico” del nostro vecchio progetto videoart: Video & Archeos.
Cosa ne pensi del cinema spettacolare, da “botteghino” e dei tanti “polpettoni” storici?
Ne ho una pessima idea, come tanti altri, e in questo mi sento davvero poco originale.
Il cinema attuale è quasi completamente asservito a schematismi atavici, e gli sceneggiatori non producono interrogazione su questi schemi ma piuttosto perfezionano la loro intrinseca finzione. Siamo immersi in una sorta di mitema, un insieme di temi mitici che ci ha inghiottiti. I film storici attuali sono forse il caso peggiore e più patetico. A volte ho l’impressione che del medioevo non si sia capito assolutamente niente e che questi fumettoni pieni di musiche (ma siamo sicuri che ci fosse tutta quell’enfasi?) corrispondano piuttosto ad un livello psichico della regressione dell’uomo moderno, correlato alla Crisi in atto ed alla nostra voglia di autocommiserazione.
Eppure tu stesso hai lavorato in video su soggetti mitologici e ancora oggi questi “temi mitici” sono chiamati in causa in tante ricerche di Video & Archeos.
Occuparsi di mitologia, per me, non ha significato necessariamente promulgare il mito, proteggerlo o rafforzarlo. Al contrario, per così dire, i temi mitici possono essere considerati come gli antichissimi nemici della ‘lucidità’, sorta di “parassiti cosmici” a cui ogni nostro gesto, nella ricerca dell’illusione del presente (e in ogni utopia in generale), rischia di conformarsi.
Qualsiasi sceneggiatore americano potrebbe farti notare che il cinema spettacolare corrisponde agli archetipi del mito, e che i tipi di personaggi possibili sono un numero limitato, così come le funzioni e le soluzioni narrative. Quindi il cinema è essenzialmente mito, inteso in senso omerico. Per certi versi è vero: al di fuori di questo contesto non esiste probabilmente più il dramma, lo spettacolo, e nemmeno la commedia. Ma forse può cominciare una ricerca esistenziale di qualche altro genere.
Molto del cinema europeo di qualche decade fa ha prodotto personaggi che non erano più eroi (negativi o positivi) o funzioni mitiche ma che, a costo di apparire insignificanti, o contraddittori, o vuoti, sembravano rivendicare la loro libertà da questi “parassiti”. Ciò non avviene più, anche se alcune produzioni si pongono come “realistiche” e “impegnate”. Chi sia in realtà, nel profondo del suo essere, il protagonista di uno dei tanti film attualmente in programmazione, non ci viene in nessun modo trasmesso dal film in sé, che predilige funzionalità e marketing. Eppure anche questo “protagonista”, al mattino o alla sera, si troverà come capita a tutti innanzi al dramma della sua inesattezza e a quello della sua insensatezza. E nel riscaldarsi in esso, nel cercare in qualche modo la forza, rivendicherà l’entusiasmo del suo cosciente, del suo essere, della sua distanza dal corso, che poi è la profondità stessa dell’anima.
Mostrare tutto ciò è comunque qualcosa che si può fare, e che può appartenere a chiunque. In tal senso, indagare il misticismo degli eremiti medievali o produrre ‘videoarte’ possono essere attività consequenziali.
—
Lorenzo Pecchioni
GALGANO
Signore del Cerchio
Press & Archeos,
2010
ISBN 978-88-96876-06-0
€ 11,50
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Appunti di Cinema eremitico | Press & Archeos