India: ‘Le foglie del destino’ ovvero l’astrologia Naadi

di Enrico Baccarini© – Lunedì 1 giugno 2011 e lo scorso 30 gennaio 2012, la trasmissione televisiva di Rai2, Voyager, condotta da Roberto Giacobbo focalizzava la sua attenzione su un’affascinante quanto incredibile mistero legato all’India antica, le così dette Foglie del Destino un archivio in cui sarebbe contenuta la storia passata, presente e futura degli uomini.

Tali informazioni sarebbero custodite in decine di migliaia di foglie di palma scritte millenni orsono in lingua sanscrita, l’antica e sacra lingua indiana. Per chi si fosse perso la puntata sono riuscito a recuperarla da Youtube, a seguire una analisi su questo affascinante patrimonio sapienziale.

La leggenda narra che più di 5000 anni fa, il saggio Sukha, figlio di Veda Vyasa (figura mitica e semi divinizzata che secondo la tradizione indù mise in forma scritta i Veda dividendoli in quattro parti e componendo anche i 18 Purana), avesse messo per iscritto numerosi testi profetici su foglie di palma, testi che furono da allora conosciuti con il nome di Sukha Naadi Granthi.

Il manoscritto del saggio Sukha su foglia di palma (Sukha Naadi Granthi)


Altra tradizione vuole invece che milioni di anni fa’ (sic! – W. Com. Shashikant Oak, Naadi Predictions a mind boggling miracle, Diamond Pocket Books, 2002) fossero stati degli uomini santi, i Rishi, ad aver messo per iscritto, o secondo alcune tradizioni canalizzato, alle pendici dell’Himalaya conoscenze riguardanti gli eventi presenti, passati e futuri del mondo nonché informazioni dettagliate su ogni individuo che avrebbe visitato l’India per conoscere il proprio destino.

Come si può non cadere ammutoliti ed affascinati da tradizioni così antiche e cariche di quel pathos esistenziale e mistico proprio di questo paese!


LE ORIGINI

Le origini del Naadi Shastra (trattati di energia canalizzata) sono avvolti nelle nebbie del tempo. Si tratta di un affascinante sistema di predizione usato, per molti secoli e che, per chi vi crede, rappresenta una guida affidabile per la conoscenza di se stessi, del proprio passato e del futuro, delle proprie relazioni e dei propri destini possibili.

Una serie di studi storici ha dimostrato che questo sistema è utilizzato da almeno 4000 anni. Dal momento che i trattati Naadi furono scritti in sanscrito su rotoli di foglie di palma, la lingua predominante dell’antica India, e che tale supporto ha una vita media di 500 anni si rese necessario, nei secoli, ricopiare fedelmente i testi per preservarli dalla furia distruttrice del tempo.

La trasmissione originale avvenne per via orale, da “bocca a orecchio”, attraverso la Sruti. Gli artefici degli Shastra sarebbero stati invece i Sapta Rishi (i Sette Saggi) della tradizione indiana: Agasthya, Kausika, Vyasa, Bohar, Bhrigu, Vasishtha e Valmiki.

Il centro principale nel quale si svolge ancora oggi la lettura dei Naadi Shastra è nel Vaitheeswarankoil, nei pressi di Chidambaram, nel Tamil Nadu, uno stato nel sud dell’India.

Fino al 1930 i Naadi erano considerati niente più che un antico retaggio popolare, il loro valore veniva irriso e non erano quasi più utilizzati. Se ne stava perdendo quasi del tutto la memoria e le funzionalità al punto che erano diventati quasi incomprensibili alla maggioranza degli astrologi indù. La loro riscoperta negli ultimi decenni ha permesso invece di invertire questa tendenza obliante riportandoli al loro antico splendore e utilizzandoli in vasti settori, da quelli più personali a quelli societari e aziendali.


La conservazione delle foglie di palma Naadi, come la traduzione in sanscrito da una forma antica della lingua Tamil, iniziò circa 1000 anni fa durante il regno dei re di Tanjore (dal 9 al 13 secolo dC).

Quando, con il passare del tempo e l’usura, le foglie iniziarono a sgretolarsi, i governanti Tanjore incaricarono una serie di studiosi di trascrivere i documenti su ola fresche (appunto le foglie di palma). E’ così che alcuni grantha Naadi furono tradotti in Telugu, altra lingua/dialetto del Sud dell’India.

Ogni Naadi è costituito da una ola particolare scritta in ezathu vatta, lingua tamil, tramite l’utilizzo di uno strumento simile ad un chiodo chiamato ezuthani, mentre le foglie di palma sono trattate sfregandole con olio di pavone. Oggigiorno la loro conservazione e trascrizione avviene principalmente nella biblioteca Mahal Saravasti di Tanjore, nel sud dello stato indiano del Tamil Nadu, ma esistono numerosi altri centri che ne hanno copiato i contenuti e li rendono disponibili alla gente comune o agli stranieri. Esistono anche tradizioni che vorrebbero i Naadi trascritti su fogli di rame, argento o perfino oro, ma al momento nessuno di questi incredibili manufatti è venuto ancora alla luce.

Analizzando il sistema utilizzato dai Naadi si scopre che le loro previsioni sono generalmente espresse in forma di commenti, anche se negli Shiva Naadi i ‘pronostici’ sono presentati come conversazioni fra il Dio Shiva e Parvati Mata. I contenuti delle foglie sono altamente organizzati, divisi in sedici capitoli o kandams, e descrivono i vari aspetti della vita materiale, spirituale e del destino di un individuo. Al loro interno si possono trovare riferimenti precisi alla famiglia, al matrimonio, alla professione, ai beni materiali, etc.


I Naadi come sistema astrologico

Il termine Naadi si riferisce ad un arco dello zodiaco indiano molto piccolo, con dimensioni di un segno che vanno da 1/150 ad 1/600, corrispondente circa ad un periodo tra i 12 e i 3 minuti. Nel panorama induista troviamo antichi testi astrologici Naadi alcuni dei quali si occupano solo delle implicazioni astrologiche mentre altri che combinano le caratteristiche dell’astrologia a quelle della chiromanzia. Del primo tipo sono testi come Bhrigu Naadi, Dhruva Naadi, mentre gli scritti in lingua tamil come Saptarishi Naadi appartengono al secondo gruppo.

La lettura delle foglie, ovvero del destino dell’individuo, inizia fissando un incontro con un anticipo di circa due settimane. Giunto il giorno prestabilito, e prima che la cerimonia abbia inizio, a tutti i convenuti viene chiesto di imprimere su piccoli fogli di carta l’impronta digitale del pollice, il destro per gli uomini mentre il sinistro per le donne, assieme al proprio nome.  Nella lettura Naadi le impronte sono codificate in 108 macro categorie.

Effettuata questa procedura il passo successivo è stabilire quale sia la corrispondenza dell’impronta del soggetto con quelle codificate dal sistema Naadi. Trovata la corrispondenza e il gruppo di appartenenza inizia la ricerca della corrispettiva foglia di palma del soggetto.

Il procedimento può essere molto lungo, a volte può richiedere un’intera giornata, ma è sempre scandito da due diverse fasi: la prima in cui il lettore Naadi, grazie all’impronta digitale fornita all’inizio, identifica un certo quantitativo di foglie di palma che corrispondono a quelle del soggetto in esame, mentre la seconda fase in cui, attraverso la partecipazione del soggetto stesso, il lettore pone una serie di domande per identificare la foglia specifica corrispondente all’individuo.

Selezionate le potenziali foglie, il lettore fa accomodare il soggetto in un’altra stanza per dare inizio alla seconda fare della scrematura.

E’ così che inizia un viaggio affascinante all’interno della propria sfera vitale, un percorso che può cambiare la propria coscienza, migliorarla, trasformarla!

Per quanto la nostra civiltà occidentale abbia sempre sbeffeggiato questo tipo di realtà è indubbio che i risultati osservabilli non possono, ne devono, essere attribuiti al caso. Qualcosa di estremamente più elevato sembra sovrastare questo sistema divinatorio. Non è possibile descrivere ciò che questa esperienza provoca, può essere unicamente vissuta e solo allora ognuno potrà comprendere e giudicare la sua vastità e la sua incredibile portata.

Enrico Baccarini©

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