Il Mostro di Firenze. L’importanza mediatica e giudiziaria di un’inchiesta

IL MOSTRO DI FIRENZE. L’IMPORTANZA MEDIATICA E GIUDIZIARIA DI UN’INCHIESTA
OVVERO: GLI AFFARI PUBBLICI DEL MOSTRO DI FIRENZE


di Paolo Franceschetti

1. Premessa.

In questo articolo voglio parlare di un aspetto assolutamente inesplorato dell’inchiesta sul Mostro di Firenze:
l’importanza mediatica, politica e giudiziaria, di questa inchiesta. E voglio raccontare alcune stranezze che nessuno ha mai raccontato.
Pochi si sono resi conto infatti che, toccare il tasto “Mostro di Firenze” e “Rosa Rossa”, entrambi strettamente collegati, significa toccare un vespaio. Significa andare incontro ad una marea di guai di tale entità che anche quelli relativi ad argomenti apparentemente scomodi come Ustica e Moby Prince diventano solo un lontano ricordo. Credo che pochi abbiano capito il perché. Pochi abbiano capito gli interessi davvero in gioco.

L’altra cosa curiosa è che la vicenda “Mostro” continua a suscitare curiosità e attenzione come nessun altra vicenda. Basti pensare che Hollywood ci sta preparando un film.
Basti pensare che sulla vicenda sono stati scritti decine di libri.
Basti pensare che in rete si trovano una marea di discussioni sull’argomento e addirittura siti dedicati, creati da persone che, nella loro vita, si dedicano solo alla vicenda del Mostro.
2. Le stranezze della vicenda del Mostro di Firenze.

La vicenda del Mostro di Firenze è impossibile da riassumere veramente.
Qui ricordo, quindi, solo alcuni dei fatti più importanti.

Inizialmente la vicenda vedeva coinvolto il solo Pacciani. Poi la vicenda si allargò ai cosiddetti compagni di merende, e di volta in volta sono stati sospettati o accusati di essere coinvolti nei delitti del mostro di Firenze personaggi come:
Alberto Bevilacqua indagato e poi prosciolto, il giornalista Mario Spezi, il medico perugino trovato morto nel lago Trasimeno Francesco Narducci, addirittura alcuni magistrati, oltre che alcuni politici.
Ricordiamo poi che per la morte di Narducci sono stati coinvolti a vario titolo personaggi come un questore, l’avvocato di Gelli Fabio Dean, poliziotti, avvocati magistrati.

La vicenda, come abbiamo descritto nell’articolo “Il mostro di Firenze, quella piovra che si insinua nello stato” vede la morte di decine di testimoni. Impossibile una simile mattanza senza la complicità dello Stato ai massimi livelli. Impossibile sostenere che il mostro sia un Killer isolato, come dicono alcuni; chi lo dice o è in mala fede o è miope.

Incredibili sono anche le varie teorie sul vero mostro.
E’ stato Pacciani. Non è stato Pacciani, che è stato solo incastrato.
Il serial Killer è un killer isolato (teoria di Mario Spezi). Il serial Killer non è UN serial Killer, ma un’organizzazione che continua ad uccidere tuttora (teoria di Gabriella Carlizzi, la mia, e quella di molti altri).
L’organizzazione è un clan di persone più o meno famose (ad es. teoria della pista sarda; teoria della setta satanica, sostenuta dall’avv. Bevaqua nel primo processo Pacciani); l’organizzazione vede coinvolti altissimi personaggi dello stato (teoria della Carlizzi e mia personale).

Incredibili, da lasciare senza fiato, le guerre tra procure e le denunce reciproche tra i vari personaggi coinvolti nella storia. La procura di Firenze in lotta contro la procura di Perugia. Giornalisti contro magistrati. Magistrati contro giornalisti che verranno rinviati a giudizio per depistaggio (Mario Spezi ad esempio si farà anche un po’ di settimane di galera per questa vicenda). Investigatori contro magistrati. Investigatori contro giornalisti, ecc…
Impossibili da calcolare i depistaggi, i messaggi in codice.
Ricordiamo che un giornalista di panorama, è stato rinviato a giudizio dalla procura di Perugia per depistaggio.
Un magistrato è stato denunciato dal commissario Giuttari per lo stesso motivo. E via di questo passo.
Poi abbiamo i libri.
Negli anni 90 viene pubblicato un libro dalla Rizzoli, Coniglio il martedì. Secondo la Carlizzi il libro è un messaggio in codice diretto ad uno degli inquirenti. Non a caso tale libro è scritto da Aurelio Mattei, che a quanto dice la Carlizzi nel suo libro “Gli affari riservati del mostro di Firenze” è un collaboratore di Francesco Bruno, persona che lavora anche per i servizi segreti.
Effettivamente leggendo il libro il messaggio è chiaro. La trama narra di un serial Killer che lascia una rosa rossa sulle vittime, e anticipa di qualche anno gli scenari riguardanti i mandanti della vicenda del Mostro. E chi conosce il personaggio a cui è diretto il libro può avere pochi dubbi sul fatto che sia un messaggio in codice agli inquirenti, anche perché a quell’epoca la pista dei mandanti e della Rosa Rossa era sconosciuta a tutti, stampa e investigatori compresi. Poi abbiamo il libro Hannibal, scritto da Tomas Harris. Ambientato a Firenze, ha tra i protagonisti il commissario Pazzi che alla fine del libro viene ucciso: Hannibal gli mangerà il cervello. Un messaggio in codice a uno degli inquirenti, facilmente indentificabile, sulla fine che farà se vorrà proseguire nella sua pista relativa ai mandanti. Come dire che il commissario che volesse indagare è un “Pazzo” se volesse proseguire.

Un’altra cosa curiosa di questa vicenda è il numero delle persone che cercano la verità su di essa. E il numero delle persone convinte di avere questa verità.
Dopo aver scritto l’articolo sul Mostro di Firenze, nel 2007, sono stato contattato da diverse persone, ciascuna con la sua verità. E ciascuno con la sua verità a compartimenti stagno, nel senso che ciascuno ignora le tesi altrui pensando di essere il depositario dell’autentica verità.
Si comincia con Gabriella Carlizzi, che è probabilmente la persona che si è occupata più di ogni altro di questa vicenda, e che sta per pubblicare una trilogia di 10.000 pagine sul mostro di Firenze e che mi ha raccontato e fatto capire molte cose.
Poi ho ricevuto la telefonata di una persona che ha scritto un libro: Non tutti sanno ascoltare, firmato con lo pseudonimo di Vinavin. Racconta questa persona di aver capito chi è il mostro di Firenze, ma che nessuno lo ha ascoltato e le forze di polizia cui si è rivolto non lo hanno proprio calcolato. Ho letto il suo libro, ho provato a confrontare la mia versione con la sua ma ovviamente… non mi ha ascoltato. Il dubbio di non avere la verità, ma solo una parte di essa, non ha voluto sfiorare l’autore, che quindi… non mi ha ascoltato. Eppure sono convinto che l’autore abbia avuto ottime intuizioni e tutto ciò che dice sia vero.
Poi sono stato contattato da altre persone.
Mi hanno mandato documenti, impressioni, testimonianze… Neanche fossi un investigatore.

Poi abbiamo Fabozzi. Un vero mito della rete, per gli amanti del mostro di Firenze. Ha aperto un sito, Mostrola3, dedicato solo al mostro di Firenze. Interviene spesso sul nostro forum “Poteri occulti”, ma ritiene che le mie teorie sulla Rosa Rossa siano sciocchezze. Ci siamo a volte scontrati in modo pesante, ma è nata in fondo un’amicizia, sia pure solo virtuale, e le sue ricerche mi sono state molto utili per capire diverse cose.

Inutile dire poi, che abbiamo le verità (tutte diverse) di Giuttari, il commissario che ha scritto il libro sul Mostro di Firenze, di Mario Spezi, di Carmelo Lavorino, di Fincati, ecc…

Bene. Io sono convinto che tutte queste persone abbiano la verità, e che per avvicinarci ad essa dobbiamo leggere e ascoltare attentamente tutti.

Che la vicenda sia intrisa di stranezze ne ho potuto avere la prova personale. Ne racconto alcune.
Prima di tutto i nostri guai, miei e di Solange, sono iniziati dopo l’articolo sul mostro di Firenze.
A quell’epoca non sapevo che nominare la Rosa Rossa equivaleva a morire. Cosco è morto per mano della Rosa Rossa poco dopo aver nominato questa organizzazione. La Gatto Trocchi è morta quando ha iniziato ad avvicinarsi alla Rosa Rossa. Per come la vedo io anche Gennaro De Stefano, un giornalista di Gente, ufficialmente morto per un malore, potrebbe essere stato ucciso per essersi occupato di argomenti scomodi.
Io pubblicai l’articolo a fine dicembre. Il 23 dicembre la Carlizzi mi avvertì che quell’articolo mi avrebbe inguaiato. Ci demmo appuntamento con la Carlizzi per il 3 gennaio a Modena, affinchè lei mi spiegasse bene il funzionamento di questa organizzazione. Il 2 gennaio arrivai a Modena in albergo e scampai ad un agguato. Prima di darmela a gambe feci in tempo a scattare una foto della rosa rossa che trovai nella camera di albergo.

Altra stranezza è stato questo fatto, che riguarda noi e Fabio Piselli. Come sapete tra noi e Fabio Piselli c’è una certa collaborazione tra siti (diverse volte abbiamo ripreso i suoi articoli, siamo andati insieme ad una manifestazione, ecc…) e un certo dialogo.
Un giorno andai con Solange a Perugia a colloquio con il PM Mignini. Era di mercoledi e parlammo di varie cose e anche del mio articolo sul mostro di Firenze. Il giovedi mattina Fabio ci scrisse quersta mail, alle 11: “stamattina uscendo di casa ho trovato nella cassetta delle lettere una busta. L’ho aperta. Dentro c’erano le registrazioni che a suo tempo feci per conto della procura nell’ambito dell’inchiesta sul mostro di Firenze; tali registrazioni dovrebbero essere nel fascicolo di Mignini, non certo nella mia posta. Quindi ho provveduto a fare denuncia, di cui vi invio una copia scannerizzata, nel caso mi servisse un legale”.
Strana coincidenza no? Mercoledi siamo da Mignini per parlare di varie cose, mostro di firenze compreso, e la mattina dopo Fabio Piselli ci inoltre una mail del genere. Una minaccia quindi. Un modo per farci sapere che ci tenevano sotto controllo.
Ma da chi proviene questa minaccia?Li per li ho sospettato subito di Fabio a cui risposi infatti: Caro Fabio, siccome proprio ieri siamo stati da Mignini, la coincidenza è davvero curiosa. Quindi abbiamo tre possibilità: che questa busta sia una minaccia diretta a te; che sia una minaccia diretta a entrambi; che sia una minaccia diretta a noi. Siccome chi ha messo la busta nella tua cassetta delle lettere non poteva sapere che tu ci avresti scritto e fatto sapere questa cosa, propendo per l’ipotesi che tu ci stia minacciando”.
In realtà parlando poi con Fabio abbiamo cambiato idea. Possibile che cerchino di metterci l’uno contro l’altro, come hanno fatto a suo tempo anche con me e Solange. Possibile, anzi probabile, che la busta non fosse solo una minaccia, ma anche un modo per metterci contro Fabio.

L’altra cosa assurda è stata la vicenda del mio pranzo alla cosiddetta villa degli orrori. Una villa finita nell’inchiesta del “Mostro”, dove si diceva che si tenessero riti satanici e dove lavorò Pacciani per un breve periodo. Andai a pranzo in questa villa questa estate, e dopodiché ci feci un articolo, scrivendo che la villa è ancora in piena attività, e continuano a perpetrarsi delitti terribili. Ho scritto anche che mi hanno servito della carne che pensavo fosse carne umana.
Pochi giorni fa mi hanno telefonato le proprietarie della villa. Sono stato ore al telefono con loro. Agli inizi pensavo mi volessero minacciare o intimidire. In realtà sono state molto cortesi con me, contrariamente ad ogni aspettativa; a forza di parlarci mi sono convinto che il mio articolo potrebbe essere tutto il frutto di un errore, o meglio che tutta la vicenda possa essere tutta una montatura ai loro danni. Per questo motivo ho tolto l’articolo in questione dal sito.
Per giunta la versione delle proprietarie coincide con ciò che mi disse tempo fa una mia amica di cui mi fido. Dopo l’articolo sul mio “pranzo” questa amica ha fatto un sopralluogo. E alla fine del sopralluogo mi ha detto “Paolo, il vero epicentro dei delitti del mostro non è quella villa. E’ poco più in là. Quella villa è un parafulmine”.
Il sopralluogo di questa mia amica, unitamente al colloquio con le proprietarie, fu illuminante e mi ha aperto un possibile mondo alternativo.
Illuminante è stato anche il lavoro di una mia carissima amica (che ha pagato un prezzo alto per l’aiuto che mi ha dato) la quale ha passato giorni a leggere studiare alcune questioni relative al mostro, giungendo alla conclusione che dopo il mio articolo sulla villa si era mosso un vero esercito di persone per cercare di intimidirmi o minacciarmi. Un articolo insomma che, nonostante il suo tono scanzonato e quasi romanzato, per qualche motivo aveva infastidito più di altri articoli, pure più gravi per contenuto e per la precisione delle notizie in essi contenuti.
Siccome conosco la potenza di questa organizzazione, che riesce a creare mostri inesistenti, e a far apparire candide colombe le persone più malvagie, siccome so come si costruisce un’inchiesta sul nulla o perlomeno su pochi elementi validi, su cui si innestano una mare di elementi inesistenti (la vicenda viterbese coast to coast di questi giorni me lo fa vivere in diretta; con la mia collega Ilaria, una delle persone più pure e ingenue che esistano al mondo, coinvolta nell’inchiesta sull’immigrazione clandestina e la cui figura, stando alle voci che circolano in tribunale, sta probabilmente per essere accostata in un prossimo futuro addirittura alla recente morte per infarto di un personaggio viterbese), allora mi è venuto il dubbio di aver sbagliato tutto. Mi è venuto il dubbio di essere stato lo strumento inconsapevole di linciaggio di una famiglia innocente, fuorviato dagli articoli dell’epoca, e dai vari racconti su quella villa. Parlando al telefono con queste persone mi sono reso conto che esse potrebbero non sapere nulla del come e perché sono entrate nell’inchiesta, e allora ho promesso loro che farò di tutto per aiutarle, valutando la loro posizione, analizzando i documenti che mi offriranno, e ascoltando attentamente la loro versione.
Quindi farò di tutto per tirare fuori la verità, e farò di tutto per capirla io stesso e farla capire ai lettori. Lo devo alle proprietarie per vari motivi. Anche, e soprattutto, perché se pure contro di loro erano stati scritti diversi articoli molto pesanti, nessuno aveva mai scritto un articolo pesante quanto il mio.

La verità è che nella vicenda mostro la verità si confonde con la fantasia; i confini tra realtà e irrealtà si fanno sfumati; e si rischia di perdere la bussola se si vuole per forza dare una spiegazione razionale ad eventi che spesso hanno poco di razionale.
Altra verità è che nella vicenda del mostro di Firenze è implicata l’organizzazione più potente al mondo. E questa organizzazione ha tutto l’interesse a inquinare, depistare e non fare capire i reali contorni della vicenda. E credere di capire tutto equivale a mettersi l’uno contro l’altro e rischiare di litigare con familiari amici, parenti e di diffidare delle persone che ci stanno vicine… come è capitato a molti, me compreso.

3. Il perché di un’inchiesta

Veniamo al dunque.
Voglio spiegare il motivo per cui su questa inchiesta sono puntati i riflettori del mondo intero e su di essa si giocano interessi che pochi riescono a immaginare. Il problema è che gli otto duplici omicidi del mostro di Firenze catturarono l’attenzione del mondo intero. Tali omicidi sono omicidi dell’organizzazione chiamata Rosa Rossa, che ha commesso, e commette tuttora, gli omicidi più efferati di questi ultimi decenni.
Se una persona inizia ad approfondire l’inchiesta sul mostro di Firenze arriva a conclusioni pericolose, tali da mettere in crisi tutto il sistema e la politica non di un’intera nazione, ma forse di tutto il mondo occidentale. Quali sono queste conclusioni?
La prima conclusione è che dietro questi delitti c’è lo stato. Per commettere questi delitti e poi successivamente coprirli si è ucciso, mentito, depistato, infangato persone, a tutti i livelli giudiziari e politici. Per uccidere tutti i testimoni ci vogliono i servizi segreti, non un contadino di Mercatale e i suoi rincoglioniti compagni di merende. E i servizi segreti dipendono dallo stato. I delitti del mostro di Firenze, quindi, sono una strage di stato.

La seconda conclusione è che se lo stato arriva a coprire questi delitti, di chiara matrice esoterica, allora ciò vuol dire che i cosiddetti “potenti” pur di stare al potere possono coprire delitti inenarrabili. Cioè la gente capirebbe che i delitti commessi dallo stato non sono solo le stragi a fini di destabilizzazione. In fondo… diciamolo chiaramente… siamo abituati all’idea che Ustica, Piazza Fontana, Piazza della Loggia, Italicus, siano stragi di stato… ci siamo assuefatti ma ai delitti tipici di un serial killer non siamo abituati. I cittadini, anche i più ignavi, e quelli più asserviti al sistema, non potrebbero tollerare che i loor politici preferiti siano dei serial killer.
E se su queste vicende venisse fatta luce, allora la gente potrebbe arrivare a capire molte cose; potrebbe, in una parola, svegliarsi.

La terza conclusione è che se i potenti arrivano a commettere delitti di questi tipo, forse esiste una motivazione che va al di là del semplice gusto di commettere un crimine. La gente cioè potrebbe arrivare a capire che l’esoterismo è una scienza in nome della quale si commettono delitti terribili. E magari potrebbe iniziare a domandarsi: ma se questa gente perde tempo, energie, denaro, per commettere delitti del genere, sta un po’ a vedere che l’esoterismo magari è una scienza più concreta di quanto si possa pensare? Sta un po’ a vedere che magari la magia funziona?” In altre parole, ponendosi qualche domanda di troppo, la gente potrebbe cominciare a capire che è vero il detto di Paracelso “la ragione è una bugia e una follia collettiva, mentre l’esoterismo e la magia sono una verità per pochi”.

Questa verità deve quindi rimanere per pochi. Riassumiamola in tre punti.
1) La verità è che i delitti esoterici, nella nostra civiltà razionale del ventunesimo secolo, sono la stragrande maggioranza.
2) La verità è che tali delitti sono voluti dall’elite al potere.
3) E la verità è che l’esoterismo è una scienza per pochi, ma efficacissima per controllare le masse addormentate.

Quindi, dietro a questa inchiesta c’è in ballo tanto. C’è in ballo la scoperta del funzionamento della realtà da parte del cittadino. C’è in gioco il risveglio collettivo. Ecco perché nessun tasto è pericoloso come quello del Mostro di Firenze. Qualcuno può anche dire, come ha fatto l’Europeo poche settimane fa, che l’aereo di Ustica è stato abbattuto dal nostro esercito, fatto ammarare, e tutti i superstiti sono stati uccisi prima dell’arrivo dei soccorsi. In fondo, pochi leggeranno l’articolo e chi lo dice forse è ancora vivo.
Ma non si possono fare i nomi di chi ha coperto e ordinato i delitto del mostro di Firenze. Altrimenti si muore.
Ricordo le parole di una persona esperta, anni fa, che mi disse: “il mostro di Firenze è stato l’errore della massoneria.
Perché capendo la verità su questi delitti, la gente capirù la verità sulla massoneria. Con questi delitti sono usciti troppo allo scoperto. Hanno servito alla gente la verità su un piatto d’argento e per questo motivo ora faranno di tutto per coprire questa verità”.

4. Poscritto.

Mi si dirà che sembro schizofrenico… prima scrivo un articolo in cui dico che in una villa uccidono le persone e mi danno da probabilmente mangiare carne umana. Poi cambio idea. Inutile dire che molti personaggi che circolano su questo blog ora ne approfitteranno per rilevare questo mio cambiamento di atteggiamento, e chissà quanto ricameranno sopra questo mio articolo. Quest’anno, credo che il Perlone d’oro non me lo tolga nessuno.
Ma in realtà la storia di queste persone coinvolte nella vicenda della villa riflette le contraddizioni e gli episodi che sono sempre capitati in Italia. Tortora, il giudice Carnevale, Sofri, lo stesso Mario Spezi e Alberto Bevilacqua, riflettono alcune incoerenze insopportabili per chiunque abbia un minimo senso della giustizia.
Infatti delle due l’una.
O Tortora era colpevole, e allora ci si deve domandare come sia stato possibile riabilitarlo e farlo andare nuovamente in TV. O Tortora era innocente, e allora ci si deve domandare come sia possibile che coloro che lo hanno incastrato non abbiano subito conseguenze gravissime.
Il giudice Carnevale accusato di essere colluso con la mafia e ora giudice di Cassazione. O costui era innocente, ma allora ci si deve domandare come sia possibile che coloro che lo hanno accusato siano ancora al loro posto; o era colpevole e allora ci si deve domandare come sia possibile che costui oggi sia giudice di Cassazione (e, sia detto per inciso, sono convinto che fosse totalmente estraneo alle vicende che gli hanno falsamente attribuito). Sofri. O era innocente, ma si è fatto anni di carcere. O era colpevole. Ma allora che senso ha farlo scrivere sui giornali, renderlo un personaggio pubblico che può tenere una rubrica su uno dei più letti settimanali d’Italia? Bevilacqua. Accusato di essere uno degli esecutori dei delitti del mostro di Firenze, è stato scagionato. L’accusa è troppo grave perché su questa vicenda possa calare il silenzio. Se l’accusa era vera c’è da domandarsi come mai lui continui a scrivere libri e riempia gli scaffali di tutte le librerie italiane. Se è falsa bisognerebbe capire che fine ha fatto la donna che lo ha accusato e tirato nei guai e perché lo ha fatto.
Nessuno che abbia un minimo senso della giustizia può tollerare queste contraddizioni. Nessuno. Pur non potendo sapere dove sta esattamente la verità, è nostro dovere cercarla e arrivare fino in fondo, a costo di pagare un prezzo molto alto. E così come ho scritto l’articolo sul Pranzo nella Villa degli orrori perché non potevo tollerare l’idea che esistesse un posto su cui gravavano sospetti così gravi, mai chiariti, così ora non posso tollerare l’idea che degli innocenti siano stati incastrati in questo modo e io abbia contribuito al loro linciaggio mediatico.
Tuttavia bisogna ricordarsi che viviamo in uno stato ove il presidente del Consiglio è stato indagato nientemeno che di rapporti con la mafia. E dove un ex Presidente della repubblica come Cossiga può invitare gli organi di polizia a commettere reati. Cioè siamo in uno stato che è una contraddizione vivente.
Se il destino mi concederà di vivere ancora vi racconterò il proseguimento di questa vicenda. Se le proprietarie della villa sono innocenti, come penso, allora neanche loro sanno a quali guai andremo incontro, sia noi che loro, se tenteremo di riabilitare la loro immagine. Parlandoci ne ho ricavato l’impressione di persone che sono totalmente all’oscuro delle trame in cui sono inserite. A un certo punto mi hanno detto “ma lei mica sarà come la Carlizzi, che mette questa Rosa Rossa dappertutto?”. Ho risposto loro di no; non sono come la Carlizzi. Io faccio di peggio, perché vedo la Rosa Rossa nella maggioranza dei delitti italiani, attribuendogli pure la morte di Rino Gaetano, De Andrè, e molti altri personaggi di cui nessuno sospetta.
Sempre sperando di avere torto.
Proseguiremo nella ricerca, con l’aiuto di molti lettori che si sono offerti di aiutarmi. E cercheremo di capire insieme. Ps. Il titolo “Gli affari pubblici del mostro di Firenze” è tratto da uno dei libri più particolari e controversi relativi a questa vicenda, ovverosia “Gli affari riservati del mostro di Firenze” di Gabriella Pasquali Carlizzi.

Paolo Franceschetti
Fonte: Paolo Franceschetti
Link: Paolo Franceschetti: Il Mostro di Firenze. L’importanza mediatica e giudiziaria di un’inchiesta.

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