‘I TEMPLARI IN TOSCANA’ e LA NAZIONE: I misteri nascosti della Pieve a Lamula «Trivelliamo il pavimento della chiesa»

Commento di Enrico Baccarini© – Continuano le analisi nella Pieve di Lamula alla ricerca di indizi ed elementi di una presenza templare nella zona. Recenti sopralluoghi hanno portato all’identificazione, attraverso un georadar, di strutture sotterranee che potrebbero ulteriormente avvalorare il clamore e l’interesse che questa zona sta da un po’ di tempo attirando su di sé. Con grande piacere un recente articolo del quotidiano LA NAZIONE, ed. di Grosseto, riporta gli esiti dei più recenti sopralluoghi citando anche il nostro ultimo libro I TEMPLARI IN TOSCANA (Press & Archeos, 2011). Le aspettative e le attese sembrano caricare questo luogo di grandi speranze per il futuro mentre diversi ricercatori sono al lavoro cercando di decifrare quel complesso puzzle che ancora sembra  celarsi dietro queste meravigliose terre e un’antica presenza templare.

 

L’INTERESSE per la Pieve ad Lamula, chiesa romanica nel Comune di Arcidosso, è cosa antica ma ultimamente per due appassionati di storia dei templari è diventata una vera e propria fissazione tanto da richiedere alla Soprintendenza ai beni architettonici di Siena e Grosseto un permesso per trivellare il pavimento. Passione recente ma intensa, quella dello speleologo Claudio Cannavale e dell’avvocato Maurilio Toninelli che solo pochi mesi fa avevano riportato un certo interesse su questa chiesa il cui passato ancora oggi fa discutere. Risale ad agosto la prima perlustrazione nell’area della chiesa che aveva fatto rinvenire un cunicolo sotterraneo che inizialmente si pensava collegasse la chiesa con un altro sito cristiano, il Convento francescano di San Processo. Oltre alla scoperta del sotterraneo, di cui ancora rimane ignota la funzione, i due appassionati avevano contribuito a riportare alla luce simboli dimenticati dal tempo sia all’interno che dietro alla chiesa stessa, facendo tornare attuale il sospetto di un passaggio templare.


GLI ELEMENTI rinvenuti dai due esploratori, che avevano agito dietro l’assenso del parroco don Giovanni Zecca, custode della chiesa, li avevano spinti a fare approfondimenti anche sul pavimento della chiesa, servendosi di strumentazioni scientifiche messe a disposizione dalla ditta Copernico. Così il geologo Marco Antoni ha analizzato i rilevamenti con georadar e laser scanner che hanno evidenziato apparenti anomalie sotto la navata centrale e quella destra. Anomalie poi prese in esame dall’architetto Alberto Cannavale che si è interessato particolarmente allo scavo, tanto da voler seguire personalmente l’azione di trivellazione, una volta ricevuto l’assenso dalla Soprintendenza. Si tratterebbe di un semplice «buco», assicura l’architetto, con estrazione a carotaggio delle dimensioni di pochi centimetri e soprattutto a costo zero: strumentazioni e attività sarebbero frutto di un’opera gratuita e di interesse soprattutto personale. E infatti è in fase di elaborazione la richiesta ufficiale alla Soprintendenza per la trivellazione che secondo le ipotesi dei due esploratori potrebbe far emergere nuovi particolari sulla storia di questa Pieve. LE SCOPERTE di Toninelli e Cannavale sono state inserite in una recente pubblicazione, «I Templari in Toscana» di Enrico Baccarini e Mario Pagni, che apre a nuove interpretazioni sui simboli templari presenti sulla chiesa di Lamula. Lo speleologo Cannavale anticipa che i suoi studi confluiranno in una pubblicazione che (a suo dire) offrirà nuove chiavi di lettura per la storia di questo antico centro amministrativo dell’Abbazia di San Salvatore.

Fonte – LA NAZIONE, 26 Marzo 2012


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