“I ‘Mostri di Firenze’ e l’alchimia” la scheda del libro di Vittorio Fincati

I “Mostri di Firenze” e l’alchimia
di Vittorio Fincati – brossura p. 70 ill.
Collana: Goezia
Data di Pubblicazione: 2001
ISBN: 8888170065
ISBN-13: 9788888170060

FIRENZE CITTÀ NERA?- L’ALCHIMIA DI LABORATORIO E L’USO DEL SANGUE – CRIMINI RITUALI E MAGIA SESSUALE – I MANDANTI DI PACCIANI SONO ALCHIMISTI? – APPENDICI: UNA DOTTRINA INQUIETANTE, “JACK LO SVENTRATORE”, LA DISTILLAZIONE DEL SANGUE, L’ELIXIR DI VITA DI F. PRELATI, I TINTORI DELLA LUNA, LA PALINGENESIA.

Dall’edizione fiorentina di La Repubblica del 25 luglio 2001:

“Un Ordine occulto, una schola magica che affonda le radici nella tradizione esoterica di Firenze «città nera», e conta ancora dei seguaci. Potrebbe essere questo il «Mostro di Firenze», il «secondo livello» a cui gli inquirenti stanno dando la caccia. Non un singolo e neppure una banda, ma un ordine tuttora operante, che si tramanda da generazioni «pratiche illecite e cruente». La tesi è esposta in un volumetto uscito in marzo, edito da Carpe Librum, intitolato «I “Mostri di Firenze” e l’alchimia», scoperto con altra documentazione dalla giornalista Gabriella Carlizzi, che sostiene che i delitti del mostro sono opera di una setta satanica. Una ipotesi sulla quale lavora da tempo il capo della squadra mobile Michele Giuttari e ora dibattuta fra i cultori di esoterismo, che «leggono» i delitti con gli strumenti della loro «cultura» magica. «I mandanti di Pacciani sono alchimisti?», si chiede l’autore del saggio, Vittorio Fincati. «Più ci si addentra in questi mondi di tenebra – spiega – più ci si accorge che sono tante le coincidenze che collegano efferati delitti attribuiti a serial killer a certi riti criminosi, connessi alla magia sessuale». La premessa della sua analisi è racchiusa in alcune citazioni. La più sconvolgente è tratta da «Il mondo magico di Paracelso» di Hartmann: «I corpi dei morti di morte violenta … hanno grandi poteri occulti. Essi non contengono vita, bensì il balsamo della vita…». Vittorio Fincati sostiene che Firenze ha una forte tradizione dimagia nera. Ricorda il maestro di pratiche cruente Francesco Prelati, vissuto nel XV secolo, che fu chiamato a corte da Gilles de Rais (colui dal quale derivò il feroce personaggio di Barbablù). Ricorda l’atroce novella del Decamerone che racconta di una fanciulla trafitta e sventrata dal cavaliere fiorentino Guido degli Anastagi. Ricorda l’uso del sangue nell’alchimia di laboratorio, secondo le pratiche dei Rosa+Croce d’Oro. E si domanda: «Queste prescrizioni alchemiche riesumate dal profondo del tempo… sono lettera morta… oppure c’è chi le mette in pratica?».”

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