Grande Piramide, le prime immagini della Camera Segreta
Enrico Baccarini© – Potrebbero essere antichi graffiti lasciati da un lavoratore o simboli dal significato religioso. Il numero appena uscito di New Scientist Life (n° 2814 del 28 maggio 2011) ospita un interessantissimo articolo a firma Rowan Hooper in cui sono presentate per la prima volta al mondo le immagini della Camera Segreta della Grande Piramide.
La scoperta è stata resa possibile grazie ad un robot inserito nel condotto cieco della Grande Piramide di Giza, svelando disegni che attendono silenti ed incorrotti da ben 4500 anni. La sonda robotizzata ha permesso anche di risolvere la controversia riguardante l’unica presenza nota di metallo nella Grande Piramide mostrando anche una porta che potrebbe condurre ad un’altra camera nascosta.
La tesi ufficiale vorrebbe la grande piramide costruita come tomba per il faraone Cheope. Al suo interno si trovano tre camere principali: la Camera della Regina, la Grande Galleria e la Camera del Re, quest’ultima con due ‘condotti di aereazione’ che giungono verso l’esterno.
Nella Camera della Regina si trovano altri due condotti , di circa 20 centimetri per 20 centimetri, che si estendono dalle pareti nord e sud ma che fino a poco tempo fa venivano considerati come ciechi, fino a quanto Rudolph Gattenbrick non identificò, con la sua terza campagna di studi nel 1993 e attraverso il suo progetto UPUAUT, le note porte di pietra.
Anni di indagini non hanno chiarito la funzione di questi tunnel né tantomeno delle porte poste lungo il loro cammino. Zahi Hawass, oggi divenuto ministro di Stato per le Antichità egiziane, descrive queste strutture come l’ultimo grande mistero della piramide e non sono pochi coloro che considerano i blocchi con le maniglie come l’anticamera ad una nuova stanza segreta.
Nel 2002 un nuovo robot riuscì a forare la pietra e filmare una piccola camera supportata da una grande blocco di pietra. Ora un nuovo robot denominato Djedi e progettato dall’ingegnere Rob Richardson dell’Università di Leeds, UK, è riuscito a striciare oltre la porta e a fornire le prime immagini della zona retrostante.
Sono stati rinvenuti fin da subito alcuni geroglifici scritti con vernice rossa nonché linee del medesimo colore, forse antichi segni lasciati dai costruttori quando stavano costruendo la Grande Piramide [Si veda a questo riguardo il testo, Annales Du Service des Antiquités de l’Egypte, vol. 84, ISBN: 978-977-704-184-3].
“Se questi geroglifici saranno decifrati, potrebbero aiutare gli egittologi a comprendere le motivazioni per cui questi pozzi misteriosi furono costruiti“, ha affermato Richardson.
«Numeri e graffiti dipinti in rosso sono molto comuni a Giza», spiega Peter Der Manuelian, un egittologo presso la Harvard University e direttore degli Archivi di Giza al Museum of Fine Arts di Boston. «Sono spesso identificatori di gruppi di muratori o marchi che denotano numeri, date o anche nomi». Shaun Whitehead della Scoutek nonché designer della telecamera ha affermato «Le nostre foto della parte posteriore di queste maniglie indicano che terminano in piccoli anelli molto ben fatti, e ciò indica che esse erano più probabilmente oggetti ornamentali, piuttosto che i collegamenti elettrici».
Whitehead, che ha lavorato in collaborazione con la Dassault Systèmes a Vélizy-Villacoublay, Francia, aggiunge: “… la parte posteriore della porta è lucida coem se si fosse riferita a qualcosa di importante. Non sembra essere un semplice pezzo di pietra grezza usata per fermare l’entrata di detriti nel pozzo “.
Secondo l’egittologo Kate Spence, dell’Università di Cambridge non coinvolto direttamente nello studio, esistono forti sospetti per ritenere che le gallerie furono costruite con un significato simbolico. “Il metallo dei perni assomiglia ad una porta simbolica con maniglie mentre i pozzi della Camera della Regina sono orientati nord-sud e non est-ovest, quindi ho il forte sospetto che la loro funzione sia simbolica e si riferisca alle stelle, non al sole“.
Spence ipotizza anche che la Camera della Regina possa aver anticamente contenuto una statua “Ka” del faraone, in questa interpretazione i pozzi sarebbero stati costruiti per permettere al Ka, o spirito, di Cheope di passare alla vita ultraterrena.
Per quanto riguarda la seconda “porta”, ruvida e grezza, Spence pensa che “non si troverà un’altra camera … tuttavia è affascinante da un punto di vista simbolico, e ci potrebbe permettere di capire le intenzioni dietro la costruzione della piramide“.
Hawass, direttore del progetto Djedi, afferma che non è nota nessuna altra piramide con tunnel e porte come queste e ribasdisce come dietro di essa potrebbe essere trovata una stanza nascosta. “La Camera del Re può essere stata una sala fittizia, in quanto il fattore più importante nella mente degli antichi Egizi era quello di nascondere la camera sepolcrale“.” Abbiamo una leggenda che narra l’incontro tra il mago Djedi e Cheope, quest’ultimo alla ricerca delle sale nascoste e dei segreti del dio Thoth. Sulla base di tale leggenda, forse c’è ancora qualcosa di nascosto nella piramide “.
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