Firenze: sulle tracce dell’INFERNO di Dan Brown/1
di Enrico Baccarini© – E’ passata poco più che una settimana dalla sua release pubblica che il nuovo romanzo di Dan Brown (Inferno, Mondadori) è già in vetta alle classifiche delle vendite. Dopo neanche 24 ore dalla sua uscita, Amazon segnalava che il titolo aveva scalato le top ten di vendita su Amazon.it e Kindle Store. In questo momento “Inferno” è primo in classifica nei principali webstore digitali e cartacei italiani mentre si attesta al secondo posto in quella dedicata agli eBook Kindle, un ottimo risultato anticipato dal record di pre-ordini in cui la versione cartacea risulta nella top 100 da 28 giorni, mentre quella digitale da 91.
Da fiorentino non potevo quindi esimermi dal ripercorrere assieme ai lettori di ENIGMA alcuni dei luoghi citati nel libro. Ne abbiamo presi solo alcuni ma non mancheremo di continuare la nostra ‘visita’ alla scoperta degli inferni di Firenze.
Un’altro elemento portante del nuovo romanzo di Dan Brown è l’enigmatica scritta nel Salone dei Cinquecento che reca la frase ‘Cerca Trova‘. Nel meraviglioso salone di Palazzo Vecchio sono infatti presenti diversi affreschi realizzati da Giorgio Vasari ma uno in particolare, intitolato La vittoria di Cosimo I a Marciano in Val di Chiana‘ reca l’enigmatica scritta ancora fonte di accese discussioni. Nella sua grandiosa magnificenza l’opera rappresenta la battaglia di Scannagallo vinta dall’esercito di Cosimo I de’ Medici contro truppe senesi il 2 agosto 1554. E’ però osservando la parte superiore dell’affresco, in particolar modo una delle bandiere dei soldati in campo, che si può leggere “Cerca trova“. Per secoli si è disquisito sulla natura e sul significato che il Vasari volle attribuire a queste parole. Si tratta di un indizio riguardante qualche evento particolare che si verificò durante la battaglia oppure il richiamo è direzionato a qualcosa di più sottile ed ‘esoterico’ custodito dai Medici?
Non si scordi che questa stessa famiglia era stata una grande cultrice delle discipline esoteriche. Già da Cosimo il Vecchio, poi con Lorenzo, Francesco I e molti altri rappresentanti del casato, l’esoterismo, l’alchimia, l’astrologia e molte altre discipline ‘eretiche’ avevano trovato un porto sicuro per il loro studio sotto il mecenatismo mediceo. Pico della Mirandola, Marsilio Ficino, l’Accademia Neoplatonica erano state solo alcune delle manifestazioni di questo profondo interesse manifestato nei secoli dalla famiglia. Una delle spiegazioni più recenti vuole però che la scritta del Vasari possa ritrovare una sua spiegazione in un ambito molto più terreno ed artistico, senza cioè chiamare in causa altre manifestazioni più ‘sottili’. Chi conosce un minimo di storia dell’arte sa’ infatti che quando nel 1577 il Vasari affrescò le pareti del Salone, ricoprì certamente ciò che restava del famoso affresco intitolato la Battaglia di Anghiari, leggendaria opera incompiuta dipinta da Leonardo Da Vinci nel 1503 (sulla parete opposta, Michelangelo avrebbe dovuto preparare un affresco “gemello”, la Battaglia di Cascina). Se l’affresco di Leonardo sembra aver iniziato a ridare flebili cenni della sua esistenza, la scritta ‘Cerca trova’ rimane ancora un enigma storico affascinante giocando un ruolo estremamente importante nel romanzo di Brown…
Giungiamo quindi ad un nuovo tassello presente nel romanzo. Epigono dantesco e suo grande studioso troviamo una figura che è nota per le sue eccelse opere ma che pochi sanno essere stato un profondo conoscitore delle discipline esoteriche studiate nella corte medicea. Ci riferiamo al pittore Sandro Botticelli (1445-1510), amico personale di Lorenzo il Magnifico, membro dell’Accademia Neoplatonica, pittore che ha donato al mondo opere sublimi ed uniche in cui secondo molti studiosi sarebbero stati celati e nascosti riferimenti e conoscenze attinte da quel mondo eretico osteggiato dallo status quo culturale-religioso imperversante in quel momento storico. Botticelli realizzò una semi sconosciuta (almeno al grande pubblico) mappa dell’Inferno dantesco, una delle migliori rappresentazioni ad oggi conosciute. Ispirata alla descrizione presente nella Divina Commedia, la mappa illustra la geografia dell’Inferno nella sua nota sezione ad imbuto, divenendo un modello che sarebbe stato ampiamente ripreso da tutta l’iconografia successiva. Sappiamo che fu dipinta, ad olio, da Botticelli fra il 1480 e il 1490 e nel testo di Dan Brown viene utilizzata da Robert Langdon per svelare uno degli arcani contenuti nel romanzo! Spunti e riflessioni su personaggi e ‘sapienze’ che sono state modificate per un’opera di narrativa moderna ma che indubbiamente attingono ad un retroterra culturale e sapienziale talvolta grottescamente manipolato per mere ragioni commerciali ma in realtà profondamente e realmente legato ad una atavita sapienza custodita e studiata da influenti famiglie.
Curiosità
Il Film – è quasi certo che Inferno diverrà un film e lo stesso Dan Brown “non ha dubbi” a riguardo, come ha rivelato recentemente al quotidiano americano USA Today. Per quanto non se ne sia più parlato Brown sta ancora lavorando alla versione cinematografica de Il simbolo perduto, suo penultimo best seller uscito nel 2009. L’attesa sarà ancora lunga e non pochi critici cinematografici ritengono che dovremmo aspettare nei cinema questa ‘penultima’ fatica prima di vedere Firenze e Robert Langdon in una sala cinematografica. I diritti cinematografici per Inferno sono però già stati opzionati e uno screenplay e una sceneggiatura sono già in fase di lavorazione per cui dovremmo aspettare ma fiduciosamente!
Enrico Baccarini©
2 Comments