Dan Brown a Firenze
di Enrico Baccarini© – Giovedì 6 giugno l’acclamato scrittore di romanzi Dan Brown è giunto a Firenze e, nella cornice del Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, ha presentato ad una sala gremita di giornalisti ed avidi lettori il suo nuovo romanzo “Inferno”. Eravamo lì per cercare di incontrare e avvicinare l’autore, una partita persa in partenza ma comunque carica quel grande pathos che certi personaggi sanno ammantare attorno alla loro figura e al loro successo commerciale! Per quanto, da buoni fiorentini, le polemiche non siamo mancate l’incontro con Dan Brown, che ha aperto la manifestazione La Repubblica delle Idee, ha registrato un incredibile successo e ha gettato nuova luce su una città tanto amata e ricercata ma ancor più in grado di nascondere ancora molti segreti lontano da occhi indiscreti. Negli anni abbiamo dedicato diversi libri ai misteri fiorentini e toscani ma forse non potrà mai essere messa la parola fine davanti una realtà così vasta e poliedrica che da sempre attornia la città.
Di seguito una selezione di video e articoli apparsi successivamente alla conferenza stampa!
[da Repubblica, edizione di Firenze,
Dan Brown e Firenze fra autografi e bodyguard
Molti sopralluoghi segreti prima del romanzo e adesso il soggiorno fiorentino fra amici ed editori, autografi firmati in strada, un passaggio nei bar di piazza Duomo e qualche nuova idea da ricercare per tornare a scrivere
di LAURA MONTANARI
Vorrei fare una tesi su Dan Brown, posso entrare per l’incontro?”. E’ tutto esaurito al salone dei Cinquecento a Firenze nel primo giorno della Repubblica delle Idee e la ragazza con la copia di “Inferno” sotto il braccio si trova la strada sbarrata. “Se entro soltanto un minutino?”. Niente da fare, nemmeno posti in piedi. Sono in tanti a provarci al botteghino dove sono stati distribuiti i biglietti gratis. Altri sono andati diretti a Palazzo Vecchio: “Non mi funzionava il computer per la prenotazione…”, “Mi fa entrare anche se non ho il biglietto? la mia amica mi aspetta dentro…”. C’è campionario di scuse fermo giù all’ingresso mentre al primo piano fra gli affreschi del Vasari finiti in un tassello del suo ultimo romanzo, lo scrittore più acclamato del momento, Dan Brown, un signore da 80 milioni di copie per il solo Codice da Vinci e da 800mila in tre settimane del volume mandato in libreria dalla Mondadori, si siede accanto a Vittorio Zucconi per parlare del “nostro bisogno di mistero”.
Nessuno meglio di lui, maestro del thriller che costringe il lettore a divorare le pagine per la curiosità di sapere se Robert Langdon, il professore esperto di simbologia dell’università di Harvard e protagonista di altri romanzi di Dan Brown, ce la farà a sfuggire ai sicari, in uno spericolato slalom nel quadrilatero Uffizi, Palazzo Vecchio, Duomo, Giardini di Boboli. “Il mio nuovo romanzo è un atto d’amore per la civiltà artistica e letteraria italiana, che non ha paragoni nel mondo, e che prende avvio simbolicamente con la Commedia di Dante Alighieri – racconta Brown – L’ho scritto per dire grazie all’Italia e a Dante, consapevole che la bellezza di quel passato parla anche a noi contemporanei». Arriva anche a dire che «la Divina Commedia è un po’ come la Gioconda, un’opera immortale».
Firenze ricambia l’affetto, qualcuno riconosce l’autore del Codice da Vinci mentre – in qualche rara apparizione -passeggia fra piazza della Signoria e gli Uffizi. Qualcuno gli chiede un autografo, altri lo fermano con discrezione per strada superando lo sbarramento delle guardie del corpo: «Can I have a picture, please?». Gentile e sorridente, lui accontenta rapidamente i lettori e intanto allunga il passo per evitare affollamenti.
Oggi lo aspettava, alla Galleria degli Uffizi, anche il suo editore americano, ma lui non si è fatto vedere. Gira con tre guardie del corpo, passeggia nel centro storico, si è fermato a un bar di piazza Duomo da cui si vede il Battistero e la porta del Paradiso, altro puzzle nel thriller “Inferno”. Nel soggiorno fiorentino è accompagnato dalla moglie che ieri mattina mentre lui era alla conferenza stampa, è andata ancora a visitare gli Uffizi. Lo rivelato divertito lo stesso scrittore americano: «Ha detto, grazie, ma io vado agli Uffizi».
A Firenze, Dan Brown non è una presenza inusuale, molti i sopralluoghi da due anni a questa parte, prima di scrivere l’Ingerno: «Si è incontrato con storici dell’arte, con docenti universitari che letteratura, soprattutto ha voluto vedere di persona le stanze in cui ha fatto muovere Langdon» racconta una delle persone che lo ha accompagnato nelle sue visite blindatissime e super segrete per non svelare la trama del romanzo. Renzi lo ha incrociato ieri sera al salone dei Cinquecento, per la gioia dei fotografi. Poco prima aveva detto: “Mi dicono che sia una persona sorprendente”. Alcuni alberghi fiorentini hanno già pronto un pacchetto offerta per i turisti sui luoghi dell’inferno di Dan Brown e la Società Dantesca si è affrettata a varare dei tour nella città per rilanciare l’interesse sul sommo poeta. Effetti collaterali di un romanzo di successo.
Un altro dei fiorentini che ha guidato Dan Brown a Palazzo Vecchio racconta che è rimasto affascinato dalla statua della Giustizia che non ha più le mani, voleva sapere perché e così ha scoperto che in quella stanza c’era un tribunale e lì era stata decisa la condanna di Girolamo Savonarola. Un verdetto molto contrastato tanto che, si narra, che qualcuno rimasto sconosciuto alla storia, per protesta ruppe le mani alla statua della Giustizia: «Chissà, magari troveremo in un suo prossimo romanzo questo episodio».
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[La Stampa, 7 giugno 2013]
Dan Brown a Firenze sulle tracce di Dante
Dan Brown, autore del bestseller globale “Il Codice da Vinci”, è a Firenze sulle tracce di Dante, forte della recente pubblicazione del suo ultimo romanzo, “Inferno”, ispirato proprio al Sommo Poeta.”Ho capito – ha detto al pubblico del quotidiano La Repubblica – quanto Dante abbia influenzato profondamente la moderna visione dell’Inferno cristiano. Certo, l’Inferno esisteva da molto prima di Dante, come dimostrano la Bibbia e la mitologia classica – ma fino alla Divina Commedia non ne avevamo mai avuto una visione così vivida e terrificante. In qualche modo Dante è l’inventore dell’Inferno”.Firenze e i suoi luoghi fanno da sfondo al nuovo romanzo di Brown e per la città toscana il revival dantesco è anche un’occasione per rinnovare l’interesse del turismo culturale, come spiega il presidente della Società dantesca italiana Eugenio Ciani.”Il libro – ci ha spiegato – è importante perché in qualche modo rinnova anche in Italia l’interesse su Dante, che è ciò che noi auspichiamo, tra l’altro stiamo andando verso il 2015, il momento in cui Firenze ricorda i 700 anni dalla nascita del sommo poeta”.Resta forse una domanda maliziosa: chissà se all’Alighieri sarebbero piaciute le pagine di Dan Brown. Ma di fronte al successo globale dell’autore americano, probabilmente, anche il poeta non avrebbe potuto fare altro che mostrarsi ammirato.
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