Coscienza globale collettiva? dal 1998 allo studio della Princeton University!

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di Enrico Baccarini© – Il confine tra razionale e irrazionale talvolta può assottigliarsi fino al punto da trasformare l’incredibile in possibile. Quante religioni, filosofie o tradizioni del passato hanno parlato di una “connessione” tra gli essere umani, un sottile filo che legherebbe ognuno di noi a qualcosa di più grande. Negli ultimi decenni questa possibilità è stata ampiamente sfruttata e abusata da campi come la New Age ma nel suo cuore più profondo un gruppo di studiosi ha continuato ad indagare questa incredibile possibilità. Tutto iniziò negli anni 80’ con il professor Robert Jahn, fisico, ingegnere e studioso di fenomeni psichici e parapsicologici. Assieme a Brenda Dunne, Jahn fondò il Princeton Engineering Anomalies Research Lab focalizzando la sua attenzione allo studio degli effetti psicocinetici su generatori elettronici di numeri casuali. Nel corso di 25 anni di ricerca, Jahn e Dunne ottennero risultati statisticamente significativi che mostrarono dal punto di vista scientifico una reale relazione tra le intenzioni dei soggetti che si concentravano sui generatori (per influire sui loro risultati casuali) e la variazione delle sequenze numeriche.

Nel corso dei decenni numerosi Istituti in tutto il mondo si sono collegati al progetto di Princeton avviando uno studio su scala mondiale denominato Global Consciousness Project (cioè “Progetto Coscienza Globale”, GCP – http://noosphere.princeton.edu) con lo scopo di scoprire se esistesse o meno un collegamento inconscio dell’umanità a ciò che viene definita una “mente collettiva” (noosfera usando la terminologia del gesuita filosofo Pierre Teilhard de Chardin). Il passo successivo fu dislocare in tutto i pianeta (per la precisione fra Europa, Stati Uniti, Canada, India, Isole Fiji, Nuova Zelanda, Giappone, Cina, Russia, Brasile, Africa, Thailandia, Sud America ed Australia) 134 generatori di numeri casuali denominati “eggs”, cioè “uova”. Il ruolo di questi strumenti era sia quello di generare costantemente numeri casuali tra 0 e 1 come anche di formulare previsioni statistiche sui numeri casuali che si sarebbero potuti generare.

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Gli strumenti effettuano la triplice operazione di pronostico-estrazione-verifica 100 volte al secondo. Dopo un numero sufficientemente alto di tentativi, i risultati si stabilizzano intorno alla probabilità del 50% per ambo i valori, evento assolutamente naturale e contemplato dalla statistica in quanto 0 e 1 hanno la stessa probabilità di uscire. Questa probabilità non si presentava però quando i risultati erano monitorati contemporaneamente al verificarsi di un qualche evento significativo ovvero in concomitanza di disastri aerei, eruzioni vulcaniche, tsunami ed eventi come il crollo delle torri gemelle o la cerimonia di apertura delle Olimpiadi. In questi casi le risposte dei dispositivi si allontanavano molto dal range di attendibilità statistica, evidenziando picchi nei grafici di distribuzione dei dati. Una volta appurato che il modello rispondeva ad eventi significativi e globali, si è iniziato a monitorare le uova con maggiore attenzione in periodi vicini ad eventi di portata mondiale, quali festeggiamenti o tragedie. Il team di studiosi, oggi coordinato dal Dottor Roger Nelson, è più che cosciente che lo studio al quale stanno prendendo parte possiede implicazioni che entrano nel campo della metafisica e della religione. La domanda fondamentale è che cosa stiano dimostrando questi esperimenti! La risposta univoca è che in momenti di forte impatto emotivo per gruppi ampi di individui, l’informazione sottostante si “trasmetta” tra di essi (senza limiti temporali o geografici). Una sorta di entanglement delle menti umane ma a livello planetario, da cui il nome Coscienza Globale Collettiva assegnato al progetto.

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A tale riguardo una corretta comprensione e interpretazione del fenomeno richiederà sicuramente del tempo e non pochi sforzi. Nonostante l’Università di Princeton abbia scatenato già nel 2013 uno tsunami all’interno della comunità scientifica, gli studiosi non si sono sbilanciati più di tanto. I dati sono comunque oltremodo inoppugnabili nonostante l’interpretazione accademica sia ancora tutta da costruire. Il quadro delineatosi apre a sviluppi futuri davvero interessanti che si legano ancor più ad altre discipline che negli ultimi decenni hanno portato una ventata di “freschezza” nel mondo accademico. Non ultimi i lavori di Rupert Sheldrake sul campo morfico! Il dottor Nelson nell’ultimo supplemento del “Journal of Parapsychology” del dicembre 2012 (pag. 36) ha espresso una valutazione oltremodo interessante “[…] Abbiamo creato un protocollo per definire quali siano gli eventi chiave in cui aspettarsi che molte persone possano condividere uno stato di coscienza e delle emozioni. Abbiamo previsto cambiamenti significativi nei dati casuali durante grandi tragedie e grandi celebrazioni e da qui abbiamo iniziato a raccogliere una enorme quantità di dati. L’ipotesi generale è che avremmo trovato nella nostra struttura di dati, altrimenti casuali, correlazioni con eventi di grande importanza per l’uomo”. Parole che aprono a nuove realtà future.


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