Africa, svelato il mistero dei “cerchi delle fate”
Uno studio pubblicato su Science individua finalmente gli artefici dei misteriosi anelli d’erba brulli al centro che appaiono nelle praterie del Sudafrica e della Namibia.
di Stefan Sirucek
Un gruppo di zebre attraversa una pianura cosparsa di “cerchi delle fate” nella Namib Rand Nature Reserve, in Namibia. Fotografia di George Steinmetz, National Geographic.
I cosiddetti fairy circles – “cerchi delle fate” – ovvero le misteriose chiazze circolari brulle circondate da un anello erboso (foto in alto), rappresentavano da sempre un enigma per gli studiosi.
Queste strane formazioni, che si trovano soprattutto nelle praterie dell’Africa meridionale, possono misurare fino a 20 metri di diametro, ma nessuno finora sapeva da cosa fossero causate. Ora, magari deludendo chi sperava che fossero davvero opera delle fate, una nuova ricerca pubblicata dalla rivista Science indica finalmente chi ne è responsabile: le termiti.
Il “colpevole” – o l’artista se preferite – è una specie particolare di termite della sabbia, Psammotermes allocerus, che è stata riscontrata in centinaia di siti su cui hanno indagato i ricercatori, situati entro una fascia di deserto lunga circa 2.000 chilometri che va dall’Angola centrale al Sudafrica settentrionale.
Ecco come si forma il cerchio: le termiti mangiano le radici dell’erba, rendendo il suolo meno denso e più poroso, creando quindi una sorta di circolo sabbioso privo di vegetazione. Poiché le piante traspirano, cioè rilasciano vapore
acqueo nell’atmosfera, questi circoli privi di vegetazione riescono ad assorbire e a trattenere l’acqua in maniera più efficiente in assenza di piante.
Questa sorta di deposito d’acqua che finisce per crearsi sotto il cerchio fa si che l’anello di vegetazione circostante fiorisca in forma di erba perenne, che a sua volta diventa una fonte di cibo per le termiti.
Termiti “contadine”
Si tratta in fin dei conti di un sistema di difesa che permette all’ecosistema di sopravvivere per decenni. Ciò solleva però un interrogativo: come fanno le termiti, una volta che hanno liberato il circolo dalla vegetazione, a sapere quando smettere di mangiare radici? Secondo il responsabile dello studio Norbert Juergens, dell’Università di Amburgo, si tratterebbe di una sorta di “ingegneria ecosistemica”: “Credo che le termiti interrompano l’attività di distruzione delle radici seguendo un comportamento che hanno evoluto”, ipotizza Juergens. “In questo modo, consentono la formazione della cintura di erba perenne, la quale potrebbe essere letta come una sorta di ‘piantagione’. Quell’erba non viene tocccata in quanto costituisce una sorta di ‘assicurazione’ nel caso si verificassero anni di siccità molto intensa”.
Queste termiti “contadine”, quando creano un nuovo ecosistema, creano un ambiente favorevole anche per altre specie. Secondo lo studio ad esempio, i “cerchi delle fate” attraggono una varietà di altri organismi, come svariate specie di formiche, api, vespe, piante e piccoli mammiferi.
Fonte - National Geographic, 2 aprile 2013
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