La Papessa: film leggenda o sconvolgente verità?

La Chiesa di Roma proprio non ha pace. Dopo i numerosi scandali per i casi di pedofilia che hanno riguardato molti ecclesiastici adesso arrivano nuove polemiche, però sul versante cinematografico. A gettare benzina sul fuoco ci pensa infatti La Papessa, il film di Sonke Wortmann tratto dal romanzo di Donna Woolfolk Cross che racconta una storia davvero affascinante quanto straordinariamente sconvolgente. Inizi del medioevo, in un paesino del nord Europa vive Johanna (Johanna Wokalek), una giovane ragazza figlia del prete del paese. L’uomo è spietato con la figlia ed ha in serbo per lei un destino dal quale Johanna si riesce a liberare grazie alla sua grande fede. Scappata di casa riesce, con le sue spiccate doti, ad entrare nella scuola della cattedrale di Dorstadt dove conosce il Conte Gerold (David Wenham), con il quale instaura subito un rapporto speciale, un amore presto ricambiato. E’ solo l’inizio delle lunge peripezie che Johanna dovrà affrontare. Per lavorare come medico nel monastero benedettino di Fulda dovrà infatti fingersi un uomo. Arriverà in seguito a Roma, curerà Papa Sergius (John Goodman) e riuscirà a fare carriera nelle gerarchie ecclesiastiche fino ad essere eletta papa. Ad oggi questa storia è ancora avvolta da un alone di leggenda e dal canto suo la Chiesa ha sempre negato l’esistenza di questa “Papessa” che, con il nome di Johannes Anglicus, avrebbe regnato dall’853 all’855.

Nonostante le numerose prove la storia di Papa Johanna sembra più un mito forse nato dalla satira rivolta alla Chiesa e comunque, nel caso in cui si sia trattato di un caso reale, il segreto nei secoli è stato mantenuto così da evitare il crollo dell’istituzione ecclesiastica. Qualche giorno fa su La Repubblica la Chiesa ha espresso la sua posizione vietando alla prima donna ordinata prete nella Chiesa vetero-cattolica di tenere la messa all’interno della Chiesa di Milano. La donna ha dovuto svolgere la funzione per strada. Due storie molto simili che comunque fanno capire come attualmente il mondo religioso sia ancora poco incline al coinvolgimento totale delle donne nelle sue istituzioni, non favorendo così una completà uguaglianza sessuale. A distanza di millenni rimane dunque il mistero: papa Johanna è o no esistita? Questa storia aveva già affascinato il regista Michael Anderson che diresse il film Papessa Giovanna, con protagonista Liv Ullman, ma attualmente sembra non esserci ancora una soluzione in merito.

Fonte – Newnotizie, art. di Andrea Camillo, 7 giugno 2010

Riporto la pagina di Wikipedia con la scheda analitica della figura per una visione a trecentosessantagradi del personaggio.

E.B.

La Papessa, ritratta su una carta dai Tarocchi Visconti-Sforza eseguiti daBonifacio Bembo, ca. 1450, The Pierpont Morgan Library (inv. M. 630), New York.

La papessa Giovanna è un leggendario papa donna che avrebbe regnato sulla Chiesa dall’853 all’855. È considerata dagli storici un mitoleggenda medioevale[1], probabilmente originato dalla satira antipapale, che ottenne un qualche grado di plausibilità a causa di certi elementi genuini contenuti nella storia.

Indice

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Panoramica

Secondo la narrazione, era una donna inglese, educata a Magonzavestita in abiti maschili che, a causa della natura convincente del suo travestimento, divenne un monaco con il nome di Johannes Anglicus. Venne eletta dopo la morte di papa Leone IV (17 luglio 855) in un’epoca in cui l’investitura del papa avveniva in modo fortuito, prendendo il nome di Giovanni VIII.

La papessa non praticava l’astinenza sessuale e rimase incinta di uno dei suoi tanti amanti. Durante la solenne processione di Pasquanella quale il Papa tornava al Laterano dopo aver celebrato messa in San Pietro, quando il Corteo Papale era nei pressi della basilica di San Clemente, la folla entusiasta si strinse attorno al cavallo che portava il Pontefice. Il cavallo reagì, quasi provocando un incidente. Il trauma dell’esperienza portò “papa Giovanni” a un violento travaglio prematuro.

Edicola votiva nel punto ove sarebbe stata svelata l’identità della Papessa
Street view di Google del sito

Scopertone il segreto, la papessa Giovanna venne fatta trascinare per i piedi da un cavallo, attraverso le strade di Roma, e lapidata a morte dalla folla inferocita nei pressi di Ripa Grande. Venne sepolta nella strada dove la sua vera identità era stata svelata, tra San Giovanni in LateranoSan Pietro in Vaticano. Questa strada venne (apparentemente) evitata dalle successive processioni papali – anche se quando quest’ultimo dettaglio divenne parte della leggenda popolare, nel XIV secolo, il papato era ad Avignone, e non c’erano processioni papali a Roma.

Sempre secondo la leggenda, a Giovanna successe papa Benedetto III, che regnò per breve tempo, ma si assicurò che il suo predecessore venisse omesso dalle registrazioni storiche. Benedetto III si considera abbia regnato dall’855 al 7 aprile 858. Il nome papale che Giovanna assunse venne in seguito utilizzato da un altro papa Giovanni VIII (pontefice dal 14 dicembre 872 al 16 dicembre 882).

Parte essenziale della leggenda è un rito mai svoltosi, ma fantasticato dal popolo e ripreso, con molto gusto, da autori protestanti del Cinquecento in chiave anti romana: s’immaginò che ogni nuovo papa venisse sottoposto a un accurato esame intimo per assicurarsi che non fosse una donna travestita (o un eunuco). Questa verifica avrebbe previsto il sedersi su una sedia di porfido rosso dotata di un foro. I diaconi più giovani presenti avrebbero tastato quindi sotto la sedia per assicurarsi che il nuovo papa fosse stato un maschio.

« E allo scopo di dimostrare il suo valore, i suoi testicoli e la sua verga vengono tastati dai presenti più giovani, come testimonianza del suo sesso maschile. Quando questo viene determinato, la persona che li ha tastati urla a gran voce virgam et testiculos habet (“Ha il pene e i testicoli”) e tutti gli ecclesiastici rispondono: Deo Gratias (“Sia lode a Dio”). Quindi procedono alla gioiosa consacrazione del papa eletto. »
(Felix HamerlinDe nobilitate et Rusticate Dialogus (ca. 1490)[2])
« Testiculos qui non habet Papa esse non posset »
(Francesco SorrentinoProva di Virilità ([3])

Analisi

La Papessa, uno degli arcani maggioridei tarocchi, qui ritratta come la “prostituta sulla bestia” citata nell’Apocalisse

Il primo a pubblicare la leggenda fu il cronista domenicano Giovanni di Metz negli anni 1240, ripreso dal collega domenicano Martino di Troppau pochi anni dopo.

Come per tutti gli altri miti in generale, esiste una parte di verità, abbellita da uno strato di finzione. Una sedia simile esiste; quando un papa prendeva possesso della sua CattedraleSan Giovanni in Laterano a Roma, si sedeva tradizionalmente su due sedie di porfido (la pietra degli imperatori, assimilata alla porpora), con la seduta aperta a ciambella. Il motivo di questi fori è oggetto di discussione, ma poiché entrambe le sedie sono più vecchie di secoli della storia della papessa Giovanna, essendo di età costantiniana, esse chiaramente non hanno niente a che fare con una verifica del sesso del papa. Si è ipotizzato che in origine fossero dei water romani o degli sgabelli imperiali per il parto che, a causa della loro età e origine imperiale, vennero usate dai papi, intenti a mettere in evidenza le loro pretese imperiali (come fecero anche con il loro titolo latino di Pontifex Maximus). Il D’Onofrio (cfr. bibliografia) spiega invece convincentemente che il rito aveva carattere essenzialmente religioso: la sedia da parto simboleggia la madre Chiesa che genera i suoi figli alla vita eterna. Una delle due sedie è attualmente esposta nella sala chiamata Gabinetto delle Maschere, nei Musei Vaticani.

Molti autori fanno poi confusione con una terza sedia, di marmo e non di porfido, priva di foro, ancor oggi visibile nel chiostro annesso alla Basilica Lateranense, che è quella detta propriamente sedia stercoraria. La Teologia portatile o Dizionario abbreviato della Religione Cristiana[4] di d’Holbach definisce irriverentemente (ed erroneamente) la sedia stercoraria come «sedia bucata su cui il pontefice appena eletto pone le sue sacre terga, affinché possa essere verificato il suo sesso, onde evitare l’inconveniente di una papessa». Nella Vita della papessa Giovanna, il Platina rammenta la sedia stercoraria in questi termini: «questa sedia è stata così predisposta affinché colui che è investito da un sì grande potere sappia che egli non è Dio, ma un uomo e pertanto è sottomesso alle necessità della natura».[5]

Il mito della papessa Giovanna fu totalmente screditato dagli studi di David Blondel, uno storico e pastore protestante della metà delSeicento. Blondel, attraverso un’analisi dettagliata delle affermazioni e delle tempistiche suggerite, argomentò che nessun evento di questo tipo poteva essere avvenuto. Tra le prove che discreditano la storia della papessa Giovanna troviamo:

  • La tradizionale processione papale di Pasqua non passava nella strada dove la presunta nascita sarebbe avvenuta.
  • Non esiste alcun documento d’archivio su un tale evento.
  • La “sedia dei testicoli”, su cui i papi sederebbero per avere la propria mascolinità accertata, è di molto precedente all’epoca della papessa Giovanna e non ha niente a che fare con il requisito che ai papi vengano controllati i testicoli (come spiegato più sopra).
  • papa Leone IV (santo) regnò dall’847 fino alla sua morte nell’855 (e papa Benedetto III gli succedette nel giro di settimane), rendendo impossibile che Giovanna abbia regnato dall’853all’855.

Il momento della prima comparsa della storia coincide con la morte di Federico II, che era stato in conflitto con il papato. Gli storici concordano in generale che la storia della papessa Giovanna sia una satira anti papale ideata per collegarsi allo scontro del papato con il Sacro Romano Impero, facendo leva su tre paure cattoliche medioevali:

  • un papa sessualmente attivo
  • una donna in posizione di autorità dominante sugli uomini
  • l’inganno portato nel cuore stesso della Chiesa.

Ciò che potrebbe aver preso avvio come satira da presentare nei carnevali di tutta Europa, finì comunque per essere una realtà accettata a tal punto che alla papessa Giovanna fanno riferimento personaggi come Guglielmo di Ockham. Ella compare anche in alcuni elenchi di Papi, principalmente nel Duomo di Siena, dove la sua immagine appare tra quella dei veri pontefici. La leggenda acquisì supporto dalla confusione sull’ordine dato ai papi di nome Giovanni; siccome Giovanni è il nome di papa più usato, e alcuni Giovanni erano antipapi, ci fu confusione su quali numeri appartenessero ai veri papa Giovanni. A causa di ciò l’elenco dei Papi non comprende un papa Giovanni XX.

Influenza culturale

  • Alcuni suggeriscono che la carta della Papessa, uno dei trionfi (o arcani maggiori) nei Tarocchi, sia una rappresentazione della papessa Giovanna.[senza fonte]
  • Lo scrittore inglese Lawrence Durrell ha scritto un testo La Papessa Giovanna (pubblicato da Longanesi nel 1973, e ripubblicato in anni successivi da Sugar), in cui, in forma romanzata, cerca di ricostruire l’ambiente medievale nel quale sarebbe stato possibile che una fanciulla orfana adottata da un monaco e predicatore itinerante, travestita da fraticello per preservarne l’incolumità, e progressivamente edotta nella teologia, avrebbe fatto la carriera ecclesiastica fino a salire al soglio pontificio.

Note

  1. ^ Tra gli altri da Alain Boureau, che intitola il suo volume proprio La papessa Giovanna. Storia di una leggenda medievale; da D’Onofrio, che intitola il suo studio Mille anni di leggenda: Una donna sul trono di Pietro; da Conti nel suo articolo su Medioevo di giugno1997 intitolato Un papa di nome Giovanna
  2. ^ citato in The Female Pope, di Rosemary & Darroll Pardoe (1988), v. bibliografia.
  3. ^ citato in rivista Medioevo, De Agostini Periodici (7/2008 pagg. 90 e ss.), v. bibliografia.
  4. ^ Paul Henri Thiry d’HolbachTeologia portatile o Dizionario abbreviato della Religione Cristiana, tr. it. Pisa, 1999
  5. ^ Bartolomeo PlatinaVitae Pontificum Romanorum, Roma 1932, pp. 151-52

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