Acerenza: Il mistero della principessa ed il Conte Dracula
Commento di Enrico Baccarini© – Abbiamo seguito con interesse le vicende, culminate nella recente puntata di giovedì 21 giugno sulla trasmissione MISTERO su Italia1, legate alla possibile presenza in Italia di una figlia di Vlad III detto l’Impalatore, figura nota ai più con il nome di Dracula. Non è nuova la ricerca di tracce di un passaggio dello storico Vlad Tepes in Italia, ne avevamo parlato anche nel nostro libro Firenze Esoterismo e Mistero (Olimpia, 2006) in riferimento alle ricerche di Marin Mincu che identificava un uno dei paggetti dipinti da Benozzo Gozzoli nella sua Cavalcata dei Magi, a Firenze, come un Vlad Tepes ancora bambino. Riprenderemo quest’ultimo a breve per ora riproponiamo ai lettori di ENIGMA lo studio che vedrebbe nella Principessa Balsa di Acerenza proprio una figlia di Vlad Tepes.
Siamo davanti ad una ricerca ancora agli albori ma gli elementi ad oggi identificati ed emersi, per quanto stupefacenti, sembrano descrivere un quadro coerente e sussistente tale da rendere estremamente plausibile la stessa ipotesi. Aspetteremo ulteriori sviluppi!
EnricoB
L’articolo
Riportiamo l’anteprima esclusiva di questa indagine che andrà in onda domani sera, 21 giugno 2012, su Italia 1 nella trasmissione Misteri; il noto studio Glinni di Acerenza (PZ) e Roma si è occupato della importante ricerca storico – artistica. Che l’antichissimo paese di Acerenza, in Provincia di Potenza, possegga una storia ricchissima è noto a tutti gli studiosi di antichità, arte, teologia ed altro.
L’ultima sorpresa di cui si è occupata RAI “UNO MATTINA” e che formerà l’oggetto principale della puntata di “MISTERI” (Italia uno Mediaset) il 21 giugno, è la storia della Principessa Balsa, presunta figlia di Vlad Tepes, più noto come Dracula, che sembrerebbe essere andata in sposa proprio al conte Ferrillo, Signore di Acerenza. A questo punto occorre dare qualche indicazione storica sulla città lucana. Il suo nome deriva dal mitico fiume Acheron, come confermato dalle ricerche di archivio del Dott. Michele di Pietro, storico e ricercatore, nome poi …
… tradotto in Bradano, che in lingua celtica significa fiume (DAN) che nasce in alto (Braida) ma che è anche il nome del mitico pesce salmone (BRADAN), che risale le correnti del fiume per andare a morire e rigenerarsi nella porta dell’oltremondo, per l’appunto l’Acheron. il mitico fiume che congiungeva il mondo dei vivi con l’aldilà, un passaggio tra dimensioni, da cui deriva anche il nome di Acheronte, il traghettatore con l’aldilà.
Il panorama in cui sorge la città lucana unisce in un unico contesto arcobaleni, foreste, deserti, montagne, vulcani, laghi, castelli, l’ antichissima cattedrale, e spesso si avvistano i falchi, che inseguono un cielo di venti, nebbie e nuvole velocissime, il tutto in una sorta di incredibile incrocio visivo che mescola l’Irlanda con la Palestina.
La cittadina, dal medioevo fino al 1800, è stata il centro più importante della Regione, tanto da esserne definita la capitale, ancora oggi è sede Arcivescovile.Ogni pietra possiede qui un suo antico racconto, immerso in quella luce così particolare e misteriosa da aver dato in passato il nome alla regione.
A seguito del rinvenimento di un raro libro del 1666, titolato “della famiglia Dragona” è stata analizzata la storia della famiglia dei Conti Ferrillo – Balsa, Signori di Acerenza, che hanno realizzato nella Cattedrale (all. foto) nel 1524 una magnifica cripta rinascimenta, nel corso del restauro dell’edificio danneggiato da un terremoto nel 1456.
Sulla famiglia Ferrillo tutto era noto, trattandosi di Nobili Napoletani, insediati poi in Basilicata per aver ottenuto Matteo Ferrillo dal Re di Napoli, Ferdinando D’Aragona, il titolo di Signore di Acerenza.
A Matteo Ferrillo, morto nel 1499, poi succede il figlio Giacomo Alfonso, che negli stessi anni convolò a nozze con una principessa che proveniva dai BALCANI, Maria Balsa.
La stessa in qualche documento compare anche con il nome di BARSA, e su tale elemento, si tornerà più tardi.
Curiosamente sulla Principessa, le notizie erano invece scarne e molto contraddittorie, anche se appare molto stretto il suo legame con Sant’Andrea e San Giorgio, patroni di Romania, raffigurati nella cripta ed estranei a culti della zona di Acerenza.
Una croce ad X, detta proprio di Sant’Andrea compare a primavera sul pavimento della cripta, per effetto delle luci delle finestre della cattedrale.
E fu principalmente Maria Balsa a dirigere e finanziare i lavori della Cattedrale con ben 16.000 ducati, una cifra enorme per l’epoca.
L’ARRIVO IN ITALIA
Le cronache la descrivono arrivata in Italia nel 1480 all’età di circa 7 anni, orfana, al seguito di Androniaca Cominata (Comnena) moglie e vedova dell’ eroe albanese Giorgio Castriota Skandeberg, despota di Albania, e di suo figlio giunti profughi alla Corte del loro alleato, il Re di Napoli Ferrante D’Aragoma
La bambina, indicata quale figlia di una sorella di Andronica Commena, era stata salvata non si sa dove ed in quali circostanze dall’invasione turca dei BALCANI, che nei paesi slavi in quel periodo metteva a rischio la stessa sopravvivenza degli stati cristiani.
Il figlio e la vedova dello Skandeberg, per sfuggire all’invasione mussulmana, furono quindi costretti a riparare in Sud Italia, dove trovarono un sicuro asilo presso il Re di Napoli, per i rapporti di alleanza derivati anche dall’adesione all’Ordine del Drago, una lega di mutuo soccorso nata proprio per contrastare l’espansione dei Turchi.
L’ordine del Drago fu fondato nel 1408 da Sigismondo di Lussemburgo, Alfonso di Aragona, Re di Napoli, dal padre di Scandeberg, e infine da Vlad II, cui succederà Vlad III Basarad, più noto come Dracula, che prenderà il nome proprio dall’adesione all’ordine e per l’aver adottato nel suo Blasone il simbolo del Drago.
Ed occorre quindi a questo punto evidenziare che ove la ns. Principessa fosse stata orfana di Vlad III, avrebbe goduto del diritto di asilo e protezione derivante dall’ordine del drago cui aveva aderito il padre, che concedeva diritto d’asilo e protezione proprio alle vedove ed ai figli degli aderenti al patto.
Tornando alla Principessa Maria, la stessa viene – di fatto – adottata nel 1480 all’età di circa 7 anni dal Re di Napoli Alfonso di Aragona che, in virtù del rango elevato, la concede in sposa nel 1499 al nipote, Alfonso Ferrillo, Signore di Acerenza.
Ma sulla Balsa le notizie sono poche e contraddittorie, si indica quale figlia di un Principe -Voivoida dei Balcani, ma l’origine non viene specificata neanche negli atti di matrimonio. Tuttavia il suo rango principesco doveva essere certo poiché le sue due figlie andranno in spose alle famiglie dei Principi più importanti della Basilicata, gli Orsini e i Gesualdo.
Cronaca di Terminio 1500 circa
Il cronista storico Terminio, descrive Maria Balsa quale figlia del Desposta di Serbia, ed effettivamente la sorella di Andronica Commeno, sposò Stefano III Branković, Despota di Serbia.
E’ da specificare che Angelina Arianit Komneni e Stefano ebbero cinque figli tra i quali una di nome Maria (1466-1495), che però sposò il marchese del Monferrato Bonifacio III.
E’ evidente quindi la nostra Maria non è la figlia del Desposta di Serbia.
1531 LA DOTE RUMENA DI BALSA
A questo punto occorre evidenziare che gli studiosi ritengono molto più attendibile un testo scritto del 1531 redatto vivente Maria, e con valenza giuridica e dinastica, nel quale dovendo dare atto dei possedimenti in dote alla figlia Donna Beatrice, in sposa del Principe Ferdinando Orsini, viene indicata la Romania, anche quale paese di origine di Maria Balsa.
Il testo è riportato nello studio più prestigioso pubblicato sulla storia di Acerenza, e precisamente nel volume “La Cattedrale di Acerenza” D’Elia / Gelao edizioni Osanna e pubblicato da Prandi nel 1958 alle pag. 289/290.
Occorre poi considerare altre circostanze confermative dei legami tra i Commeni e la dinastia dei Dracula: un altra sorella di Andronica, Donna Voisava, aveva sposato il Giovanni Cernovichi (Černetić /Cernojevic), Signore di Montenegro e di Zeta.
La loro figlia Caterina (Ekaterina e/o Catalina Černetić Principessa di Zeta) andò in sposa a Radu IV del Mare (1467 – 1508), voivoda di Valacchia, figlio di Vlad Călugărul, detto il Monaco, fratello di Dracula.
Radu IV successe al padre quale nel 1495 e restò al potere fino al 1508, anno in cui venne spodestato da Mihnea cel Rău, figlio naturale di Dracula l’Impalatore (cui condivise la nomea ed il fato) e di una non specificata nobildonna rumena.
Sono evidentissimi i rapporti continui ed i comuni interessi tra i Commeni ed i Dracula, evidenziati da ben tre matrimoni, poiché si aggiunse anche quello di Maria Despina, figlia di Despina, altra sorella di Andronica Commena, che sposò Mircea III Dracul, Voivoda di Valachia, figlio di Mihnea “il cattivo” (cel Rău) cui subentrò.
E’evidente quindi che la piccola Maria, fu indicata quale figlia di Angelina Commena, sfruttando l’omonimia con la figlia di questa, al fine di farla entrare in Italia quale figlia di un Voivoda Slavo, quindi con il grado dovuto di Principessa.
A questo punto, stante la rivendica dei possedimenti Rumeni nel 1531, l’ipotesi più plausibile è che la Maria Balsa, fosse pervenuta in Italia adottando il nome di comodo o quello della madre (vedi la misteriosa madre di RADU IV), o il suo titolo di Signora di Barsa, città della Transilvania, ed è verosimile che nel 1479/80 vi sia stato un accordo tra Donna Voisava Commena e la Vlad il Monaco, per sottrarre la bambina orfana di Vlad III, ad una sicura morte o per allontanarla dalla Romania, onde evitare competizioni dinastiche.
E’ innegabile che tra i Commena e i Dracula ci fosse una stretta alleanza, stanti ben tre matrimoni successivi, e non si può escludere che la misteriosa madre di Mihnea cel Rău, figlio dell’Impalatore, lo sia anche della nostra Maria, e che tale sia origine dei possedimenti in Romania che diversamente non avrebbero spiegazione.
Stante la scomunica di Dracula, Maria non avrebbe mai potuto indicare tale discendenza in un paese cattolico, pena la perdita dei sacramenti, la possibilità di un matrimonio e della stessa protezione.
Chi è dunque MARIA? E’ lei stessa che svela la sua origine, nella Cattedrale di Acerenza dove avrebbe potuto raccontare solo la verità.
Si è andati quindi ad analizzare il blasone della Balsa perfettamente visibile sulla facciata esterna cattedrale di Acerenza (all.) che è proprio un “drago alato” che sovrasta un elmo e lo stemma dei Ferrillo.
A questo punto occorre osservare che, tra la Serbia e la Romania, l’unico despota che possedeva nel blasone simbolo il Drago è proprio il celebre Vlad III Basarad detto Dracula, il cui nome deriva da Draco: drago (nello stemma), divenuto celebre alla fine del 1800 a seguito del romanzo dello scrittore irlandese Stoker.
Ma vi è di più. Tra le zone sotto il dominio di VLAD, compare la regione di BARSA, abitata prevalentemente da Sassoni.
Nel blasone della Balsa oltre il Drago compare anche una Stella, ed anche questo particolare riconduce a Dracula, il quale l’adotta nello stemma, poiché divenne despota proprio l’anno del passaggio della cometa di Halley.
Molto validi, già a questo punto, gli elementi a suffragio, in particolare lo scritto coevo del 1531, il Blasone (il Drago sull’elmo con la stella), il nome di Barsa, secondo i quali la nobile Balsa, è probabilmente una discendente del celebre Vlad III l’Impalatore, più noto al mondo come Dracula. Vi è poi coincidenza tra delle date della morte del padre e la venuta dell’orfana in Italia.
Infatti Vlad III muore giovane nel 1476, durante una battaglia con i Turchi invasori, ed è lecito pensare ad un adozione – tutela della orfana Balsa nel 1480 da parte dei Commena e del Re di Napoli, in virtù degli accordi di mutuo soccorso derivanti dalla lega del Drago, che li legava proprio per tali evenienze.
Ma quello che ha veramente dell’incredibile sono i palesi richiami a Vlad III, che si individuano nelle rappresentazioni scolpite e nei dipinti siti della cripta.
I GIOIELLI DEL DIAVOLO
Sul lato sinistro entrando della stessa, compare un cornicione in alto sulla parete (all) che sovrasta alcune pitture, sul quale sono posti in successione e scolpiti sullo stesso livello (segno che si tratta di parenti) i profili della Balsa, di Ferrillo, e, sempre di profilo, ma opposto agli stessi un Signore dal volto a dir poco inquietante (allegato) posto di spalle all’altare, che vuol dire che lo stesso ha voltato le spalle a Dio.
Sono evidentissime le narici, il mento prominente, la fronte e perfino i denti.
Occorre notare che l’artista ha volutamente evidenziato detti elementi, tant’è che ha distorto il naso, certamente per evidenziare la dilatazione delle narici, 1° segno caratteristico del Volto di Dracula, del resto nessuno si sarebbe fatto raffigurare in quella maniera luciferina, tanto meno un parente.
L’aspetto coincide però alla perfezione con quello dei due più celebri ed accreditati ritratti di Dracula, e con la descrizione che ne fece l’Ambasciatore del Papa in Dalmazia, Niccolò Di Modrussa.
Nel lato inferiore centrale, sotto il fregio, segue un affresco con la Madonna e Gesù’ Bambino (all) , che voltano le spalle al Signore misterioso di cui sopra.
E su detto affresco si tornerà dopo poiché contiene elementi molto importanti.
Nella parte inferiore destra vi è un affresco con una rappresentazione di Santa Marina d’Antiochia (Santa scampata miracolosamente alle persecuzioni dei turchi in ricordo evidente della stessa vita della Balsa, che probabilmente si raffigura nelle citate vesti).
La Santa schiaccia con il piede un Drago (all.) le cui narici del naso, il riccio della barba e la fronte sono identiche a quelle del misterioso Signore del fregio , e le prime raffigurazioni di Dracula , che lo descrivono fin dal 1488 come un diavolo sanguinario, lo rappresentano proprio con la barba sul mento prominente e narici dilatate.
Anche il Drago dà ovviamente le spalle all’altare ed al dipinto con la Madonna ed al Bambino Gesù dell’affresco centrale.
Le raffigurazioni scolpite della Balsa, che appare giovane e bella, e del marito il Conte Ferrillo, poste come detto sullo stesso fregio della cripta, sono come di norma posizionate di fronte all’altare ed all’affresco con la natività di Gesù ed alla Madonna.
La successione dice quindi in maniera palese che la Balsa guarda verso Dio, mentre il padre / drago = diavolo, gli volta le spalle ( all’epoca Vlad III era già di fatto allontanato dal Papa per le persecuzioni ai Sassoni), ed a sua volta schiacciato dalla Santa (la raffigurazione è posta proprio sotto la figura della Balsa), segno che la figlia ha edificato la cripta per riabilitare la famiglia a redenzione del male.
La nostra ricerca non è ancora finita, poiché altre prove sono fornite dai gioielli disegnati sugli affreschi e dalla curiosa raffigurazione di un uomo anziano in ginocchio davanti Gesù’ e la Madonna, rappresentati nel dipinto centrale dell’Epifania.
Sulla la coda del drago schiacciato dalla Santa (all.) viene infatti formato con un effetto palesemente voluto una sorta di fiore.
Basterà confrontare il gioiell , il famoso pendaglio a forma di fiore in cui i petali erano perle, indossato da Dracula ritratto nelle sue più antiche rappresentazioni, per accorgersi che è senza dubbio identico a quello che si forma sulla coda del drago, che per altro forma un 6 rovesciato.
Dracula , oltre che Drago, in rumeno significa anche diavolo ed il numero del diavolo è proprio il 6 rovesciato.
Ma Vlad III indossava anche un altro gioiello a forma di stella con al centro un rubino, in quanto il suo regno era cominciato – come detto – durante il passaggio di una cometa. E proprio lo stesso gioiello compare al collo della Madonna dell’affresco centrale, che in realtà è la stessa principessa Balsa che si rappresenta così, nella pittura della cripta ispirata all’ “Epifania” , parola che deriva dal greco e significa “apparizione”, in riferimento alla proprio alla nota cometa che condusse i magi a Gesù.
Chi altri se non la figlia poteva indossare un simile gioiello? Tuttavia posto che la Balsa, sia la figlia di Dracula, nell’affresco centrale ci indica qualcosa di ancora più sorprendente.
Inginocchiato davanti Gesù e la Madonna, ad un gradino inferiore, vi è un uomo anziano, molto rassomigliante al ns. Vlad III, (addirittura con il notissimo difetto detto prognatismo!) che si leva un cappello incorniciato di perle, offrendo a Gesù’ una coppa sulla quale si distinguono bene due diavoli di profilo.
E Dracula usava proprio un cappello contornato di perle.
Nell’affresco centrale la Balsa ci dice quindi che è lei, che indossando il gioiello della Stella si assimila alla cometa dell’Epifania, ad aver ricondotto al Cristianesimo il padre , il quale inginocchiato davanti a Gesù si pente rinunciando al male comminato rappresentato dal vaso offerto, su cui compaiono, incredibilmente di profilo, due diavoli, levandosi quindi il cappello con la corona.
Tale elemento è perfettamente confermato dalla storia: nel 1475 ,grazie all’intervento del Re Ungheria Mattia Corvino Dracula aderisce al cattolicesimo.
Mattia Corvino compare puntualmente nell’affresco , dove uno dei Re –Magi reca con se una spada il cui manico e un corvo Dorato, simbolo della dinastia.
L’altro Re è Ferrante D’Aragona, che reca un Toson D’oro, simbolo dell’omonimo Ordine Cavalleresco cui aveva aderito.
E’ bene ricordare che in Romania Vlad III è ricordato come un santo/eroe nazionale, per la sua difesa del cristianesimo e della nazione, e che la sua fama sinistra deriva dalle persecuzioni nei confronti dei Sassoni,cui seguì una reprimenda del Papa.
Forse Vlad III, non è morto ma ha raggiunto la figlia da anziano ed è sepolto sotto la Cattedrale come indica il signore inginocchiato davanti Gesù’ ed Drago schiacciato?
Che la figlia abbia comunque dato sepoltura la padre ad Acerenza , visto che il corpo di Dracula, ucciso dai Turchi, forse decapitato, non è mai stato trovato?
La Cripta fu quindi costruita per raccontare la redenzione del famosissimo padre della Balsa ed ad espiazione del male provocato dal Drago – Dracula.
Finiamo il nostro racconto con un ultimo in particolare, scoperto dal ricercatore- Scrittore MAURIZIO DE FINO , a che conferma ulteriormente la nostra ricostruzione.
Il vestito del misterioso Signore è identico a quello usato da Dracula per le cerimonie detto “ mantello Domnescu”.
Un’ultima curiosità
Nella cripta è presente uno strano bassorilievo , eseguito sempre dalla Balsa, nel quale la divinità potrebbe essere la demone biblica Lilith.
La rappresentazione della stessa, coronata quindi regina delle tenebre, è proprio di fronte il presunto Dracula quindi vi è un collegamento tra le raffigurazioni.
La demone Lilith , descritta nella Bibbia , è nota per comparire solo di notte e per succhiare il fluido vitale degli uomini in particolare quello dei neonati.
Per l’effetto rimane incinta (esattamente come quella rappresentata ad Acerenza dove è evidente lo stato interessante per l ombelico fuori), partorisce mostri e nella tradizione biblica Lilith è la prima ad aver generato un vampiro (caino).
Concludendo ricordiamo che della leggenda di Dracula, e della figlia salvata dagli zingari, si occupò nel 1992 nel celebre film, il noto regista Francis Ford Coppola, che è lucano di origine.
Ricerche condotte allo studio Glinni di Acerenza (PZ) e Roma
Articolo di Raffaello Glinni
Pubblicazione a cura di Carlo Di Pietro
Titolo originale: “il mistero della princessa”
Fonte – Pontifex, 21 giugno 2012
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Dracula nel Regno di Napoli – Parte prima | Guardo, penso e dico