Alla ricerca dell’ultimo tesoro nascosto dalle SS, la collezione di capolavori nascosta in miniera

Sculture e dipinti appartenenti al barone ungherese Hatvany sepolti dalle SS nei Monti Metalliferi: un radar scova i tunnel

MILANO – Alla ricerca del tesoro artistico seppellito in una miniera dai nazisti alla fine della Seconda guerra mondiale. Ha tutto l’aria di essere una spedizione alla Indiana Jones la missione ideata da un team di archeologi tedeschi che da qualche anno si sono messi sulle tracce della collezione Hatvany, le opere d’arte appartenute al barone ungherese di origine ebraica Ferenc Hatvany. Le sculture e i dipinti, molti dei quali sono capolavori di grandi pittori dell’800 come Monet, Manet e Cézanne e che varrebbero complessivamente oltre 700 milioni di euro, sarebbero sepolti in una miniera d’argento al confine tra Germania e Repubblica Ceca, in un territorio a circa 90 minuti da Dresda. Il prossimo maggio gli studiosi apriranno un varco nella montagna che ospita le gallerie in modo da introdursi in questi tunnel segreti accessibili finora solo con il radar.

RICERCHE – Alcuni quadri della collezione Hatvany furono requisiti dopo la Seconda guerra mondiale dall’Armata rossa e ancora oggi si trovano nei più importanti musei del mondo. Tuttavia sembra che la maggior parte dei dipinti appartenuti all’industriale ungherese fu portata via alla fine del 1944 da un gruppo di SS guidato da Adolf Eichmann. Lo storico viennese Burkhart List sarebbe in possesso di alcuni documenti raccolti dall’archivio segreto della Wehrmacht che testimonierebbero come un numero consistente di quadri, tra i 250 e 500 dipinti della collezione Hatvany, fu nascosto dai nazisti in due gallerie sotterranee, rispettivamente di 2100 e 1600 metri, scavate nei Monti Metalliferi, catena montuosa che separa la Sassonia dalla Boemia: «I documenti affermano che nell’inverno tra il 1944 e il 1945 un carico misterioso arrivò qui da Budapest e il trasporto fu codificato come top secret – dichiara al tabloid tedesco Bild lo storico -. Una delle foto presenti negli archivi immortala il Sonnenhaus, un grande edificio che si trova davanti alla miniera Fortuna dove credo il tesoro sia nascosto».


STANZE SEGRETE – List afferma che dopo aver ottenuto il permesso da Hans-Peter Haustein, sindaco della vicina Deutschkatherinenberg, ha collocato all’interno della montagna un generatore di neutroni in grado di esplorare «le stanze segrete». Il dispositivo ha rilevato che a circa 60 metri di profondità ci sarebbero dei varchi artificiali che testimonierebbero la presenza di tunnel. Secondo List ormai non ci dovrebbero essere dubbi sul fatto che qualcosa di prezioso è nascosto nelle viscere della montagna: «Nell’inverno del 1944 in questo territorio si presentò un grosso contingente di SS – continua lo storico -. Non c’era alcun motivo logistico o scopo militare che giustificasse la loro presenza. A meno che non si accetti la tesi che essi dovessero seppellire le opere d’arte nelle gallerie, che climaticamente sono ideali per i dipinti». Le ricerche portate avanti finora nella montagna hanno individuato solo una mitragliatrice Schmeisser, una maschera a gas nazista, materiale esplosivo e una cassetta di sicurezza. Tuttavia i ricercatori non demordono e sono certi che le nuove ricerche porteranno ai risultati sperati: «La questione – afferma convinto il sindaco Haustein – non è cosa troviamo, ma quando lo troviamo. Ho visto le carte che provano la presenza dei dipinti e nel corso degli anni ho ascoltato le testimonianze di testimoni oculari che videro le SS arrivare nel villaggio. Sono certo, questo tesoro è qui».

Fonte – Il Corriere della Sera, art. di Francesco Tortora, 26 marzo 2012


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