Grosseto: Archi e tombe sotto la pieve I templari sono ancora più vicini
I primi risultati delle indagini con il georadar a Lamula svelano anomalie sotto al pavimento Per i ricercatori sono segni della presenza dell’uomo in epoca antica. Ora ci si prepara a trivellare
di Fiora Bonelli
CASTEL DEL PIANO. Ci sono delle “anomalie” sotto il pavimento della pieve di Lamula, il santuario mariano al centro del territorio compreso fra Montelaterone, Arcidosso e Castel del Piano, e dove di recente sono stati scoperti evidenti simboli templari. Sono stati finalmente resi noti i risultati dei rilievi effettuati un paio di mesi fa da due strumenti che non sbagliano, un georadar e un laser scanner i cui risultati sono stati trasferiti su carta e studiati dal geologo Marco Antoni dello studio Copernico di Montalcino.
La richiesta di monitoraggio era stata lanciata da due studiosi e appassionati dei misteri dei cavalieri del Tempio, Gianni Cannavale e Maurilio Toninelli. Il parroco, don Giovanni Zecca, che amministra la chiesa aveva dato il benestare. Che ci fossero misteri in questa bella pieve romanica, era ormai credenza generale, tanto che oltre la devozione mariana, attorno al santuario ci sono leggende e storie vecchie di secoli: apparizioni e sparizioni, presenze divine e diaboliche, storie di passaggi segreti.
Ed è stata proprio la ricerca di un cunicolo sotterraneo che collegasse Lamula e San Processo o Lamula e Montelaterone, quella per la quale si sono mossi, da Castel del Piano, i due appassionati di storia templare e di “sottosuolo”: lo speleogolo Cannavale e l’avvocato Toninelli. I due il cunicolo l’hanno trovato, fotografato e percorso, inoltrandosi in un foro alto poco più di un metro e lungo circa 200 metri, che arriva fin sotto il piazzale di Lamula. Individuato come un cunicolo di scolo delle acque, ma forse tracciato su un percorso sotterraneo più antico. Dove conduceva? Portava fin sotto la chiesa? Là sotto ci poteva essere una cripta? O tombe?
O ulteriori tracce del passaggio templare? Per rispondere a questa domanda scientificamente una volta per tutte, Cannavale e Toninelli che per primi avevano individuato nel tempio di Lamula croci templari, fiori della vita, intrecci simbolici, scale, serpenti, scacchiera, sfera, si sono adoperati per un’indagine nel sottosuolo con strumenti sofisticati. Ed ecco che vi sono state scoperte assai interessanti, come spiega Gianni Cannavale. «Il geologo Marco Antoni, dai sondaggi con lo strumento che ricerca anomalie sotto il pavimento arrivando a “vedere” fino a 5 metri di profondità, ha rilevato 5 anomalie. Quelle sul lato sinistro, dalla forma, sembrerebbero tombe. Quella sul lato destro ci fa vedere l’andamento di due archi costruiti sotto il pavimento. Le due anomalie al centro della navata sono molto estese, ma non è possibile interpretarle del tutto; sembra esserci un altro arco».
Quegli archi potrebbero essere «costruzioni su qualcosa di preesistente – spiega Cannavale – e questo avvalorerebbe l’ipotesi di alcuni studiosi che il luogo fosse antropizzato in epoca etrusca e romana. Potrebbero essere anche tombe di una certa importanza». E l’indagine non finisce qui. «Direi che adesso si comincia a studiare scientificamente sui materiali cosa c’è sotto questo santuario che fu distrutto da un incendio nel 1264 e ricostruito nel 1268 da tal Paganuccius. Ma poi, se come afferma il professor Moretti il santuario può essere datato fra il XII e il XIII secolo, quale era e dove, la chiesa di cui i documenti parlano fin dall’853? Potrebbe essere sotto quella attuale? Per continuare le indagini, l’avvocato Toninelli ed io, stiamo preparando una richiesta alla Soprintendenza affinché ci venga dato il permesso di una trivellazione dove si intuisce la presenza di archi».
Trivellazione? Non sarà troppo invasiva? «Proprio no – spiega Cannavale – Sono trivellazioni di pochissimi centimetri di diametro, che non provocano oscillazioni e adatte a questo tipo di indagine. La faremmo in collaborazione con la Società naturalistica e speleologica maremmana di cui sono consigliere. La richiesta sarà fatta da un architetto che garantirà che l’opera sarà effettuata nel rispetto del bene analizzato».
Fonte – Il Tirreno, 11 marzo 2012
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