Una nostra analisi de ‘I Cavalieri del Mistero’, il nuovo libro di Renzo Manetti
di Enrico Baccarini© – E’ con piacere che segnalo la nuova fatica letteraria dello studioso fiorentino Renzo Manetti. Edito da LE LETTERE, I Cavalieri del Mistero costituisce un’analisi delle tematiche care all’autore e seguito ideale dei suoi precedenti saggi “Le Madonne del Parto, icone templari” e “Beatrice e Monna Lisa”, entrambi del 2005.
Manetti ripercorre in questo testo l’affascinante e controverso tema dei rapporti che intercorsero tra l’Ordine Templare e la setta dei Fedeli d’Amore sodalizio a cui lo stesso Dante si rivolge nella sua “La Vita Nova” e che avrebbe trovato il suo completamento nel percorso iniziatico descritto nella Divina Commedia. Il libro di Manetti è una analisi attraverso il personale punto di vista dell’autore un percorso in cui l’autore svela connessioni da lui identificate con la cabala ebraica, l’eresia catara ed il sufismo islamico.
Elemento importante di questo impianto di studi e delle sue correlazioni fiorentine è un affresco che abbiamo ampiamente analizzato e studiato nel nostro libro Sindone, Firenze e i misteri del Sacro Telo, un saggio in cui abbiamo esposto la nostra ipotesi storica secondo cui la Sacra Sindone sarebbe transitata da Firenze assieme a Gualtieri VI Duca d’Atene nel 1342.
Lo stesso Manetti ricorda nel suo blog “Nel Palazzo Vecchio di Firenze si conserva un affresco nel quale la tradizione vuole raffigurata la cacciata del Duca di Atene, ma il dipinto contiene simboli misteriosi che sembrano piuttosto collegarlo alla soppressione dei Templari“.
Nella teoria del Manetti i simbolismi dell’affresco di Palazzo Vecchio costituirebbero “… il passaggio in altre mani della loro tradizione segreta“, ipotesi che affianca a tutti gli effetti il Manetti a Giulio Cesare Lensi Orlandi Cardini che nel suo Il Bafometto dei Templari a Firenze (ed. Arktos) già nel 1988 ravvisò nell’opera dell’Orcagna gli stessi simbolismi e ‘passaggi’ di conoscienze decrittando una continuazione dell’ordine templare anche dopo la loro soppressione. Ciò che differenzia Manetti dal Lensi Orlandi Cardini è la nuova presenza dei Fedeli d’Amore e della sinergia che avrebbero avuto con il medesimo Ordine.
Nel caso del nostro Sindone, Firenze e i misteri del Sacro Telo introducemmo l’affresco dell’Orcagna all’interno dell’ipotesi sul possibile passaggio della Sindone da Firenze laddove il personaggio raffigurato sulla destra dell’opera, il Duca di Atene appunto, tiene chiaramente in mano qualcosa che a tutti gli effetti assomiglia ad una testa drappeggiata su un telo.
Per quanto tale opera celi chiaramente simbologie dalla doppia chiave di lettura, nella nostra ipotesi di studio focalizzammo l’attenzione fondamentalmente sulle genealogie che legarono Gualtieri VI de Brienne duca d’Atene alle famiglie De Vergy e De Charny (famiglie che verso il 1353 portarono nuovamente alla luce della storia la Sacra Sindone). Tali genealogie, al di là dell’affresco citato, costituiscono a nostro giudizio il vero elemento che collega il passaggio della Sindone da Firenze ad una serie di casati francesi profondamente coinvolti nella conservazione della reliquia. Tali casati furono altrettanto importanti all’interno dell’ordine Templare ricoprendo ruoli di primo piano.
L’opera dell’Orcagna diventò per noi un interessante elemento per poter circostanziare meglio il possibile segreto della presenza fiorentina della Sacra reliquia ma la prova del passaggio della stessa era ed è da ravvisarsi, ovviamente a nostro giudizio, nella consanguineità e nell’importanza che ebbero all’interno delle vicende della Sindone e della fine dell’Ordine Templare.
Sebbene su binari diversi il Lensi Orlandi Cardini, il Manetti ed il sottoscritto abbiamo comunque legato la città del Giglio e l’opera dell’Orcagna ad una tradizione che rimase nascosta alla storia e che, per quanto su binari e ipotesi differenti, testimonia chiaramente la presenza di un segreto ancora da svelare.
Manetti analizza quindi nel suo testo la setta dei Fedeli d’Amore confraternita che, per quanto è dato conoscere, cercò il perfezionamento dell’uomo attraverso la mistica poetica agognando l’ascesa verso la Sapienza fino al conseguimento della Visione e della capacità profetica.
Manetti ripercorre una storia dei Fedeli d’Amore che ancora oggi è avvolta nella leggenda e nel mito, su cui molto è stato scritto ma poco è stato scoperto. I riferimenti di Dante e gli accenni ad altri poeti stilnovisti lasciano trasparire l’esistenza di questo Sodalizio ma la loro realtà storica è ancora una quest tutta da risolvere.
Con questa nuova opera Manetti aggiunge un tassello al quadro da lui fino ad oggi delineato, svelando nuove possibilità e ampliando l’orizzonte cognitivo delle teorie fino ad oggi proposte. Sarà solo il tempo a dirci quali grandi famiglie fiorentine e pisane furono parte di questo complesso puzzle, la ricerca non si ferma e molti studiosi continuano a sondare l’insondato ricercando ciò che l’uomo e la storia hanno più o meno volontariamente annebbiato. Buona lettura, questo nuovo libro di Manetti saprà sicuramente offrirci e offriVi nuovi spunti di riflessione e nuove comprensioni del Nostro passato!
2 Comments