La Sinestesia

a cura di Enrico Baccarini©
La sinestesia è un fenomeno sensoriale/percettivo, che indica una “contaminazione” dei sensi nella percezione. Il suo ruolo è estremamente importante all’interno delle ricerche nel campo della Parapsicologia e riguarda, in generale, il nostro modo di intergare la realtà e riceverne risposte. Il nostro organismo si è evoluto per poter ricevere informazioni dal tutto che ci circonda, informazioni che sono pacchetti che vengono intercettati dai nostri sistemi sensoriali e quindi analizzati e resi manifesti alla nostra cognizione. Ogni sistema sensoriale è sensibile ad una determinata forma di energia.
In questo contesto anche i nostri atti mentali, verbali e fisici che hanno origine nella mente costituiscono un sistema inverso di contatto con il mondo da cui si origina tanto un feedback adattativo e comunicativo quanto un meccanismo che ci interrelaziona con il visibile e l’invisibile. Ogni qualvolta avviene un contatto fra gli organi di senso e gli oggetti esterni — come le forme visibili, gli odori, i suoni, i sapori e le sensazioni tattili — all’interno del corpo nasce una sensazione, ovvero una elaborazione elettro-chimica, da cui si originano reazioni che sono causa di nuove azioni.Nell’evoluzione i sensi si sono specializzati a ricevere soltanto determinati stimoli  (ovvero determinate frequenze sonore,  onde di  un certo tipo, alcune particelle chimiche) in modo tale da non causare nel nostro corpo un sovraccarico di stimoli e informazioni tale da impedire una corretta elaborazione e risposta al mondo circostane. Tale funzione adattativa ci ha aperto al mondo sensibile ma precluso altri mondi sovrasensibili, come gli infrarossi o gli ultravioletti che determinati animali o insetti riescono a percepire.
Descrizione generale del fenomeno
La Sinestesia indica situazioni in cui una determinata stimolazione uditiva, olfattiva, tattile o visiva viene percepita come due eventi sensoriali distinti ma conviventi nello stesso tempo. Nella sua forma più blanda è presente in molti individui, basti pensare alle situazioni in cui il contatto o la presenza di un odore o di un sapore evoca un’altra reazione sensoriale (la vista della frutta che è percepita anche come sapore), ed è spesso dovuta al fatto che i nostri sensi, pur essendo autonomi, non agiscono in maniera del tutto distaccata dagli altri.
Più indicativo di un’effettiva presenza di sinestesia è l’evento in cui si percepisce uno stimolo (ad esempio un suono) con una reazione netta e propria di un altro senso (ad esempio la vista). Per “forma pura” si intende la sinestesia che si manifesta automaticamente come fenomeno percettivo e non cognitivo. Il fenomeno è volontario al punto che il sinesteta puro, vede i suoni e sente i colori (un compositore che ha sfruttato proprio questa sua capacità è stato Olivier Messiaen, un altro è stato il pittore e musicista lituano, Mikalojus Konstantinas Čiurlionis).
La Sinestesia si presenta a volte nelle persone mancine, o in concomitanza con altre affezioni come l’allochiria (confusione della mano destra con la sinistra), scarso senso dell’orientamento, dislessia, deficit dell’attenzione e, scarsamente, autismo.
Interessante è che spesso la reazione sensoriale è a direzione unica: ad esempio, se vedo una nota musicale come un colore, non è detto che vedendo quel colore la mia mente evochi quella nota. Questa è una delle caratteristiche della sinestesia percettiva, ovvero l’unidirezionalità.
Esperienze di tipo sinestetico possono essere indotte in maniera artificiale, mediante l’uso di sostanze allucinogene, sostanze stupefacenti come l’LSD, esperienze di deprivazione sensoriale, meditazione, ed in alcuni tipi di malattie che colpiscono la corteccia cerebrale. Questo tipo di sinestesia è detta pseudosinestesia, in quanto è indotta o comunque non presente dalla nascita. La sinestesia acquisita sembra riguardare solo le forme di sinestesia percettiva, non sono stati documentati al momento casi di sinestesia concettuale acquisita.
Le persone che hanno esperienze sinestesiche nella “forma pura” sono un numero relativamente ridotto. Studi recenti hanno mostrato una certa variabilità: 1 ogni 2000[1], 1 ogni 200[2].
Queste esperienze sono quotidiane ed iniziano sin dall’infanzia. Molti sinestesici si sorprendono scoprendo che questa esperienza non è provata da tutte le persone. L’esperienza sinestetica è composta da due elementi:
L’evento induttore (inducer).
L’evento concorrente (concurrent).
Per esempio, può accadere che un sinestesico descriva il suono (inducer) del proprio bambino che piange come un colore giallo sgradevole (concurrent). La relazione tra un inducer e un concurrent è sistematica, nel senso che a ciascun inducer corrisponde un concurrent. Grossenbacher & Lovelace (2001), distinguono due tipi di sinestesia a seconda che l’inducer sia percettivo o concettuale.
Sinestesia percettiva: l’inducer è uno stimolo percettivo (per es. la vista di lettere produce anche la vista di colori “collegati”).
Sinestesia concettuale: i concurrent sono prodotti dal pensare ad un particolare concetto (per es: numero, mese dell’anno, posizione nello spazio).
Basi genetiche della sinestesia
La sinestesia si presenta in prevalenza all’interno della stessa famiglia, ed è più comune nelle donne che negli uomini (rapporto 6:1). 1/3 dei sinestesici ha un membro della famiglia che è sinestesico. Il tratto responsabile della sinestesia si trova sul cromosoma X. Le differenze nella diffusione della sinestesia riportata da autori differenti può essere dovuta a differenti criteri utilizzati.
Sinestesia: grafema-colore
Ramachandran e coll. hanno notato che la forma più comune di sinestesia è quella grafema (lettera, numero)- colore ed infatti, i rispettivi centri cerebrali siano molto vicini tra loro.
Tecniche di neuroimmagini (es. risonanza magnetica funzionale) hanno permesso di individuare il “centro del colore” (es. Zeki & Marini, 1998, Brain), l’area V4 nel giro fusiforme.
L’area dei grafemi è stata anch’essa individuata nel giro fusiforme, in particolare nell’emisfero sinistro vicino all’area V4. L’area si attiva sia in seguito alla presentazione di lettere sia in seguito alla presentazione di numeri.
L’ipotesi di Ramachandran e coll. è che ci sia una attivazione congiunta. La presentazione di un grafema, fa attivare l’area dei grafemi che fa attivare contemporaneamente, anche l’area del colore, anche senza la presenza di uno stimolo. Questo è dovuto ad un eccesso di connessioni tra le due aree, non presente in tutte le persone.
Le connessioni che si hanno alla nascita sono un numero superiore di quello che si trovano in un cervello adulto. Quello che avviene nei primi mesi di vita è un processo definito pruning (potatura, sfoltimento) delle connessioni cerebrali.
L’ipotesi di Ramachandran e coll. è che le connessioni tra area del colore ed area dei grafemi, che normalmente subiscono un processo di pruning, rimangono invece intatte nei sinestetici. Probabilmente per una mutazione genetica che fa fallire il processo di pruning.
Esisteranno delle regole che in seguito all’esperienza permetteranno di sviluppare connessioni particolari tra area dei grafemi e area del colore. Questo spiegherebbe perché ad un grafema viene sempre associato 1 colore.
Ramachandran e coll. ipotizzano che l’attivazione del giro fusiforme non implichi un arrivo alla coscienza delle informazioni. Perché sia possibile essere consapevoli dell’informazione percepita si dovranno attivare altre aree superiori.
Influenza dell’attenzione sulla percezione
Esperimento di Ramachandran e Hubbard: Caso della figura gerarchica (5 composta da tanti 3), se ai soggetti veniva chiesto di fare attenzione a livello globale (5) vedevano il colore rosso, se invece dovevano dirigere la loro attenzione a livello locale (3) vedevano verde. Questo esperimento fa concludere che l’attenzione influenza il manifestarsi del fenomeno sinestesico.
Sinestesici projector
Nel caso di grafema-colore, colore è visto come una pellicola che ricopre il numero completamente. Un sinestesico testato da Dixon, riferiva che se il numero era di un colore incongruente con quello del fotismo (l’effetto della sua sinestesia), (per es. 5 evoca il colore rosso, ma è fisicamente scritto con il giallo), di provare un’esperienza irritante.
Sinestesici associator
Sempre nel caso di grafema-colore, colore appare nella mente, e non sopra il numero. In genere, i sinestesici associator riferiscono che l’esperienza di vedere un numero con un colore non congruente con quello del fotismo, non è un’esperienza per nulla disturbante. La percezione del colore “reale” del numero è un’esperienza molto più intensa del fotismo, per un sinestesico associator.
I sinestesici projector sembrano una minoranza rispetto ai sinestesici associator (11 su 100, tra quello intervistati da Dixon e coll.)
Tra i maggiori studiosi della sinestesia percettiva, Richard Cytowic, Ramachandran, E. Hubbard, Sean Day, Bulat Galeyev, Irina Vaneckina.
Note
^ Baron- Cohen, 1997
^ Ramachandran & Hubbard, 2001
Bibliografia
Beduschi L. Un codice sinestetico dei colori per non vedenti Negretto Editore, Mantova
Córdoba M.J. de, Hubbard E.M., Riccò D., Day S.A., III Congreso Internacional de Sinestesia, Ciencia y Arte, 26-29 Abril, Parque de las Ciencias de Granada, Ediciones Fundación Internacional Artecittà, Edición Digital interactiva, Imprenta del Carmen. Granada 2009. ISBN 978-84-613-0289-5
Cytowic, R.E., Synesthesia: A Union of The Senses, second edition, MIT Press, Cambridge, 2002. ISBN 978-0-262-03296-4
Cytowic, R.E., The Man Who Tasted Shapes, Cambridge, MIT Press, Massachusetts, 2003. ISBN 0-262-53255-7. OCLC 53186027
Marks L.E., The Unity of the Senses. Interrelations among the modalities, Academic Press, New York, 1978.
Riccò D., Sinestesie per il design. Le interazioni sensoriali nell’epoca dei multimedia, Etas, Milano, 1999. ISBN 88-453-0941-X
Riccò D., Sentire il design. Sinestesie nel progetto di comunicazione, Carocci, Roma, 2008. ISBN 978-88-430-4698-0
Tornitore T., ‘Storia delle sinestesie. Le origini dell’audizione colorata, Genova, 1986.
Tornitore T., Scambi di sensi. Preistoria delle sinestesie, Centro Scientifico Torinese, Torino, 1988.

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